Mentre in Europa si discute se sia o meno possibile utilizzare termini come hamburger o bistecca per prodotti di origine vegetale, di fatto l’universo delle proteine alternative ai prodotti della zootecnia (latte, carne, formaggi, uova) sta per imboccare una spirale di crescita vertiginosa e molto rapida che porterà le proteine alternative (sia di origine vegetale ma anche a base di microrganismi o derivate da cellule animali) a raggiungere un fatturato globale di 290 miliardi di dollari nel 2035. In meno di quindici anni quindi il consumo globale di tali prodotti passerà dagli attuali 13 a 97 milioni di tonnellate l’anno raggiungendo una quota dell’11% dell’attuale consumo totale di proteine animali.
È quanto emerge dallo studio del Boston Consulting Group “Food for Thought. The Proteine Transformation” . Un universo complesso quello delle proteine alternative e che contempla sia le proteine derivate dalle piante, come soia o piselli, sia quelle prodotte utilizzando batteri, lieviti, alghe unicellulari e funghi o ancora coltivate direttamente da cellule animali (come carne o frutti di mare).
La grande escalation del mercato delle proteine alternative, secondo Boston Consulting Group, «sarà spinta dall’interesse di consumatori, aziende e investitori verso prodotti più sani, realizzati con minori emissioni di CO2 e minori implicazioni etiche legate all’allevamento intensivo di animali». Lo scenario tratteggiato al 2035 è solo quello base che potrebbe registrare accelerazioni ulteriori nel caso in cui i miglioramenti di efficienza produttiva dovessero consentire di ottenere prodotti realmente comparabili nel gusto, nella consistenza e nel prezzo con quelli attualmente realizzati con proteine animali. «In tal caso – aggiungono al Boston Consulting Group – la quota di mercato potrebbe arrivare al 16% del totale e spingersi fino al 22% nel caso in cui venissero introdotti degli incentivi ad hoc da parte degli enti regolatori».
«Le proteine alternative – spiega il Director e Senior partner di Boston Consulting Group, Lamberto Biscarini – potrebbero presto eguagliare le proteine animali per gusto, consistenza e prezzo. Ci aspettiamo che tale parità possa stimolare una nuova ondata di crescita, catapultando quello che oggi è un mercato nascente nel mainstream, il tutto con significativi benefici ambientali. L’arena delle proteine alternative è molto aperta e il progresso è veloce. C’è una reale opportunità per gli investitori di giocare in anticipo anche se sarà sempre necessario adeguare le conoscenze a uno scenario in rapido mutamento».
Nelle stime effettuate da BCG non tutti i segmenti seguiranno un uguale trend di crescita. «In particolare – spiegano – si prevede che le proteine a base vegetale raggiungeranno la parità in termini di gusto, consistenza e prezzo con carne, uova e latticini entro il 2023. Quelle basate su microrganismi entro il 2025 mentre un’effettiva equivalenza sarà più lenta (solo entro il 2032) per le proteine basate su cellule animali».
da Ilsole24Ore.com, 13/4/2021