La notizia della morte di Giovanni Cherubini ha rapidamente attraversato l’Italia, col passa parola di colleghi e amici che hanno condiviso con lui ricerche, studi, lezioni e soprattutto legami di amicizia.
Giovanni era entrato a far parte della redazione della rivista nel 1973, ma fin dai primi anni di vita del periodico ideato da Imberciadori aveva pubblicato preziose pagine di storia. Non si esagera anzi a ritenere che proprio la nascita della «Rivista di storia dell’agricoltura» (1961) era stata l’alveo in cui trovare lo spazio adeguato per gli interessi che Giovanni nutriva verso le campagne e il mondo rurale come parte essenziale della più generale ricostruzione storica. Gli articoli dedicati alle proprietà del mercante aretino Simo d’Ubertino (1966 in due parti), alla famiglia di piccoli proprietari del territorio di Castrocaro (1967); ai pisani ricchi e poveri (1968); alla carestia del 1346-47 (1970); alla trecentesca “Tavola delle Possessioni” di Siena (1974, al termine di un lavoro d’equipe da lui coordinato) non furono solo tra i suoi primi scritti, ma costituirono l’ossatura di un disegno storiografico più ampio, pubblicato nel 1974 col titolo Signori, contadini, borghesi. Nello stesso arco di tempo Giovanni aveva inoltre dedicato pagine storiografiche sul mondo rurale siciliano di Salvatore Tramontana (1966), sulla proprietà contadina nella novellistica lombarda (1966), sulle forniture di guado dell’alta valle del Foglia (1975).
La reciproca stima tra Imberciadori e Cherubini si intensificò negli anni, condividendo anche altre iniziative, come il convegno del Centro Italiano di Studi di Storia e d’Arte di Pistoia del 1977 su Civiltà ed economia agricola, dove Imberciadori stesso propose di lasciare a Giovanni la relazione sulle campagne toscane sud occidentali. Nel dicembre del 1985 Imberciadori propose al Consiglio dell’Accademia di affidare a Giovanni la vice direzione della «Rivista», mentre nel 1994 Franco Scaramuzzi nominò Cherubini presidente del Comitato scientifico.
Nel corso degli anni Giovanni ha contribuito ad arricchire la «Rivista» non solo con i suoi immancabili contributi, ma anche con iniziative storiografiche straordinarie. Agli fine degli anni Novanta, infatti, su proposta di Giovanni, il Comitato della Rivista avviò i lavori che portarono alla pubblicazione nel 2002 dell’opera in cinque volumi Storia dell’agricoltura italiana, dalle origini alle soglie del Terzo Millennio.
Il legame con li Georgofili è sempre rimasto nel cuore di Giovanni, non solo per l’amicizia e reciproca stima col Presidente Franco Scaramuzzi e per il suo ruolo di Accademico (Corrispondente dal 1987, Ordinario dal 1991, Emerito dal 2007), ma anche per la cordialità con cui avvicinava tutte le persone. Compresa la figlia della signora Angela custode dell’Accademia, tragicamente scomparsa insieme a tutta la famiglia nella notte del 27 maggio 1993: Giovanni portava sempre la piccola Nadia a prendere il gelato.
Anche questa è una parte essenziale della memoria di Giovanni Cherubini che chiunque lo abbia conosciuto non fa fatica a riconoscere: l’originalità della sua attività di studioso non era slegata dal suo impegno civile e umano, che lascia in ognuno il tratto inconfondibile del suo sorriso e della sua amicizia.