Due ricercatori del Dipartimento di Protezione Ambientale della Stazione Sperimentale di Zaidin (EEZ-CSIC) hanno pubblicato un lavoro in Science of the Total Environment in cui hanno sviluppato un nuovo carbone attivo dai residui della produzione di olio d'oliva, la sansa, attraverso la combustione idrotermale, un processo a basso costo.
In questa ricerca, condotta in collaborazione con altre istituzioni, i processi di carbonizzazione sono utilizzati per convertire la sansa in carbone attivo.
Il nuovo carbone attivo è in grado di trattenere i contaminanti presenti in mezzi acquosi, derivati da prodotti farmaceutici e per la cura della persona, come ibuprofene, diclofenac (farmaco antinfiammatorio non steroideo) e soprattutto l'agente antimicrobico triclosan. Il suo potenziale di adsorbimento è paragonabile a quello di altri carboni attivi commerciali, anche se questi ultimi sono ottenuti con processi più complessi e costosi.
La rimozione dei contaminanti emergenti per il recupero delle fonti d'acqua, riducendo al minimo l'uso di energia e sostanze chimiche, è una preoccupazione ambientale globale. Questo nuovo processo permette di contribuire all'eliminazione e alla valorizzazione degli scarti agroindustriali dell'olio d'oliva, valorizzando l'economia circolare attraverso trattamenti specifici per l'assorbimento degli inquinanti. Lo staff di ricerca sottolinea che "la ricerca futura si concentrerà sulla produzione di nuovi carboni attivi per migliorarne l'adsorbimento, la capacità e per progettare nuove applicazioni.
da Teatro Naturale, 29/10/2020