Si avvicina il ritorno dell'Uro, bovino selvatico, papà dei tori moderni, estinto da quattro secoli: le prime mandrie di animali molto vicini a questo antico bovino pascolano nei Paesi Bassi e in Croazia grazie a un progetto a guida italiana. Sono circa 700 animali e sono nati dal programma Tauros coordinato da Donato Matassino, del Consorzio per la Sperimentazione Divulgazione e Applicazione di Biotecniche Innovative (ConSDABI) di Benevento.
L'obiettivo del progetto, nato nel 2008 in collaborazione con gli olandesi Henri Kerkdijk e Ronald Goderie della Fondazione Taurus, è ottenere, tramite incroci a ritroso, una razza di bovino che sia la piu' vicina possibile all'Uro originale (Bos primigenius Primigenius), nell'aspetto, nei geni, nel comportamento.
Questi animali, una volta ottenuti, ha spiegato il Prof. Matassino, "dovranno essere completamente autosufficienti e occupare la nicchia ecologica del paesaggio europeo lasciata vuota dopo l'estinzione dell'Uro". Questo perché, ha aggiunto "l'antico bovino selvatico era necessario all'ambiente in cui viveva, per quello che sapeva fare: mangiare e calpestare gli ambienti naturali dell'Europa centro orientale". L'Uro, infatti, manteneva in equilibrio il suo ambiente e le risorse alimentari del pascolo e attraverso questo comportamento aiutava a preservare la ricca biodiversità dell'antico paesaggio europeo. L'obiettivo del progetto e' infatti far ritornare l'Uro al fine di ripristinare gli antichi equilibri che sono stati alterati.
Per far rinascere l'antico bovino, i ricercatori hanno dapprima identificato i bovini con caratteristiche più vicine a quelle dell'Uro e poi hanno avviato gli incroci tra le razze considerate più idonee (come le italiane Bovino Grigio Autoctono Italiano (gia' Podolica) e Maremmana primitiva; le spagnole Pajuna, Limia e Sayaguesa e la portoghese Maronesa).
A 12 anni dall'avvio del progetto, la più grande mandria ottenuta finora è pronta a cominciare a vivere in condizioni naturali e a riprodursi in modo naturale. Dalla prole di questi bovini, entro il 2025, saranno selezionati altri esemplari a cui toccherà dimostrare di essere adatti alla vita selvatica e di avere davvero tutte le caratteristiche degli Uri.
Da: Ansa, 16/10/2020