Il presidente della Associazione mondiale dell'avocado (Wao), Xavier Equihua, ritiene che il consumo globale di questo frutto non abbia ancora raggiunto il limite e che la produzione non sarà in grado di soddisfare tutta la domanda nonostante il fatto che sempre più ettari e paesi siano dedicati alla sua coltivazione.
"In Cina ormai vanno pazzi per gli avocado e l'Europa tra sette anni eguaglierà il consumo degli Stati Uniti, il principale mercato mondiale", ha sottolineato Equihua in un'intervista a “Efeagro” in cui si è mostrato convinto che "non ci saranno abbastanza avocado per soddisfare il consumo globale” nel prossimo futuro.
Originario dell'America Latina, i principali produttori mondiali di questo frutto sono Perù, Sud Africa e Cile, e l'unico Paese in cui il consumo si è stabilizzato è il Giappone, dove si mangia avocado da molti anni dopo la sua introduzione dalla California.
Equihua conferma che le previsioni per quest'anno sono di 1.250 miliardi di chili per gli Stati Uniti e 700 milioni per l'Unione Europea, il 16% in più rispetto al 2019 nonostante "la pandemia abbia leggermente inciso sulle vendite di marzo a livello mondiale".
"L'avocado sta diventando parte della cultura culinaria dell'UE", in linea con la "tendenza a voler mangiare sano, prendersi cura di se stessi e rimanere attivi", che "ha avuto un'accelerazione con il Covid-19", spiega.
Anche Russia e Corea del Sud compaiono nell'elenco dei mercati che si sono aggiunti con entusiasmo all'acquisto di questo "superfood": "uno dei pochi frutti che ha 20 vitamine e minerali e fornisce proteine riconosciute buone per il cuore".
Oltre alla Spagna, la produzione europea si sta espandendo in Grecia, nella regione dell'Algarve in Portogallo e nell'Italia meridionale, dove attualmente "si espiantano alberi di limone per piantare avocado".
da Agrapress, in Rassegna della stampa estera n. 1357 , 29/10/2020