Secondo un rapporto internazionale, diretto dalla Royal Botanical Gardens di Kew, nel Regno Unito, e che ha coinvolto 210 scienziati di 42 paesi, due specie vegetali su cinque nel mondo sono a rischio di estinzione a causa della distruzione della natura.
Piante e funghi sono alla base della vita sulla Terra, ma gli scienziati dicono che ora trovare ed identificare le specie prima che vadano perdute è una corsa contro il tempo. Queste specie sconosciute, e anche molte di quelle già catalogate, sono uno "scrigno del tesoro" inutilizzato di cibo, medicine e biocarburanti che potrebbero far fronte a molte delle più grandi sfide dell'umanità, tra cui potenziali trattamenti per il coronavirus e altri microbi pandemici. Nel 2019 sono state scoperte più di 4.000 specie di piante e funghi. Tra queste si trovano sei specie di allium in Europa e Cina, appartenenti allo stesso gruppo delle cipolle e dell'aglio, dieci parenti degli spinaci in California e due parenti selvatici della manioca, che in futuro potrebbero aiutare a garantire a 800 milioni di persone l'alimentazione di base in un contesto di lotta alla crisi climatica.
"Ogni volta che perdiamo una specie, sfuma un'opportunità per l'umanità. Stiamo perdendo una corsa contro il tempo perché è probabile che la perdita delle specie avvenga più velocemente di quanto riusciamo a trovarle e nominarle", ha affermato il professor Alexandre Antonelli della Royal Botanical Gardens.
Il rapporto sullo Stato delle Piante del 2016 aveva rilevato che una su cinque era minacciata, ma la nuova analisi dimostra che il rischio reale è molto più elevato. La causa principale delle perdite di piante è la distruzione dell'habitat selvatico per creare terreni agricoli. Anche il sovrasfruttamento di piante selvatiche, l'edilizia, le specie invasive, l'inquinamento e, sempre di più, la crisi climatica sono importanti cause di perdite. Miliardi di persone fanno affidamento sull'uso di erbe medicinali come fonte primaria di cure, ma il rapporto ha rilevato che 723 specie utilizzate come trattamenti sono minacciate di estinzione.
Secondo la professoressa Monique Simmons, ricercatrice alla RBG di Kew, la natura è un luogo chiave per cercare trattamenti per il coronavirus e altre malattie con potenziale pandemico: "Sono assolutamente sicura che, andando avanti, alcune delle piste da seguire per la prossima generazione di farmaci in quest'area proverrà da piante e funghi".
Il rapporto ha anche evidenziato il numero molto ridotto di specie vegetali da cui l'umanità dipende per il cibo. Il che rende gli approvvigionamenti vulnerabili ai cambiamenti climatici e a nuove malattie, soprattutto con una popolazione mondiale che dovrebbe arrivare a 10 miliardi entro il 2050. La metà della popolazione mondiale dipende da riso, mais e grano e solo 15 piante forniscono il 90% di tutte le calorie. "La buona notizia è che abbiamo oltre 7.000 specie di piante commestibili che potremmo utilizzare in futuro per proteggere realmente il nostro sistema alimentare. Queste specie sono tutte nutrienti, robuste, a basso rischio di estinzione e sono storicamente usate come cibo a livello locale, ma solo il 6% viene coltivato su scala significativa. Utilizzare questo paniere di risorse non sfruttate per rendere i sistemi di produzione alimentare più diversificati e resilienti al cambiamento dovrebbe essere il nostro dovere morale.
Da "The Guardian", in Agrapress - Rassegna della stampa estera n. 13544, 8/10/2020