Un motore per la creazione di nuovi posti di lavoro e di opportunità di fare impresa. Così gli italiani guardano al mondo dell’agricoltura secondo il rapporto dal titolo “Il valore dell’agricoltura per l’economia e la società italiana post Covid 19” realizzato nell’ambito dell’Osservatorio sul mondo agricolo Enpaia-Censis. Dallo studio, avviato prima dell’emergenza sanitaria, emerge la convinzione da parte degli italiani che l’agricoltura rappresenta un comparto in buona salute, dinamico e vitale, oltre che strategico per l’economia, il turismo e lo sviluppo occupazionale tra i giovani.
In particolare, per l’89,2% si tratta di un comparto produttivo che, grazie all’attività di imprese e agriturismi, offre ampi margini di crescita e ripresa economica. Inoltre, l’87,9% lo vede come un motore per la creazione di nuovi posti di lavoro e di opportunità di fare impresa, anche per i giovani. La pensano così l’87,5% dei residenti nel Nord-Ovest, l’88,2% nel Nord-Est, l’85,6% nel Centro e l’89,5% nel Sud-Isole. “I dati emersi rafforzano una tendenza positiva del comparto agricolo che è un settore fondamentale e strategico del nostro sistema-Paese”, osserva Giorgio Piazza, presidente di Enpaia. “L’agricoltura italiana, infatti, ha un valore aggiunto molto alto, il secondo in Europa con 34,6 miliardi di euro, ed esprime una classe imprenditoriale capace di fare investimenti e produrre cibo di qualità”.
Mentre Giuseppe De Rita, presidente del Censis, sottolinea come “anche nel clima di paura e incertezza del post Covid, l’agricoltura resta strategica per creare nuove imprese e occupazione aggiuntiva. Dovrà però fare i conti con consumatori molto cauti nella spesa, che non transigono su qualità e sicurezza dei prodotti”. La pandemia, evidenzia lo studio, ha infatti cambiato il rapporto con il cibo e i consumi alimentari degli italiani. In particolare, è cresciuta l’attenzione sociale al cibo e ha acquisito importanza il ruolo dei prodotti Made in Italy. Il 91% degli italiani è pronto ad acquistare più alimenti di produzione nostrana, dal vino ai formaggi, per la qualità, per la sicurezza e per solidarietà ai nostri agricoltori. Cresce infine la richiesta di maggiore trasparenza, soprattutto da parte di millennials, laureati e bassi redditi: l’89% punterà non a caso su alimenti la cui etichetta rende evidente origine, ingredienti e lavorazione, cioè prodotti con una tracciabilità trasparente.
da Repubblica.it, 15/7/2020