Il World Food Prize 2020, premio istituito dall’agronomo statunitense Norman Borlaug, vincitore del premio Nobel per la pace nel 1970, è stato assegnato a Rattan Lal, noto scienziato del suolo della Ohio State University che ha dedicato la sua carriera alla comprensione di come preservare e nutrire il suolo per migliorare il suo stato di salute, aumentare la produzione alimentare, migliorare la qualità nutrizionale degli alimenti, ripristinare l’ambiente e mitigare i cambiamenti climatici.
Rattan Lal, originario dell’India e cittadino degli Stati Uniti, è professore di Scienze del Suolo e direttore fondatore del Carbon Management and Sequestration Center all’Università dell’Ohio.
E’ considerato uno dei più importanti scienziati del suolo a livello mondiale e pioniere della scienza del suolo con una carriera che dura da oltre 50 anni. Ha apportato con il suo lavoro scientifico un eccellente contributo alla gestione sostenibile del suolo. L’adozione di tecniche agricole di conservazione e tutela del suolo, quali la semina su sodo, la copertura del raccolto, la pacciamatura e l’agro-forestazione, proteggono il suolo dal degrado restituendo al suolo nutrienti, carbonio e sostanza organica, favorendo la biodiversità.
Lal ha iniziato a occuparsi del problema dell’erosione del suolo e del degrado dei suoli nell’Africa sub-sahariana, già nel 1970, presso l’Istituto internazionale di agricoltura tropicale (IITA) in Nigeria, quando la convenzionale strategia di fertilità del suolo si basava pesantemente sulla sostituzione dei nutrienti del suolo con l’applicazione di fertilizzanti.
La ricerca dello scienziato ha portato ad una migliore produzione alimentare insieme ad una migliore comprensione di come il carbonio atmosferico può essere trattenuto nel suolo per aiutare a combattere i cambiamenti climatici. Una migliore gestione del suolo favorisce il ripristino di suoli degradati attraverso l’aumento del carbonio del suolo e della materia organica, migliorando la salute del suolo, e contribuisce a combattere l’innalzamento dei livelli di biossido di carbonio nell’aria sequestrando il carbonio atmosferico. Il ripristino della salute del suolo può portare a molteplici benefici entro il 2100, raddoppiando la resa globale annua di grano per nutrire la popolazione mondiale in crescita, riducendo al contempo la superficie terrestre coltivata a grano del 30% e dimezzando l’uso di fertilizzanti chimici.
La ricerca pioneristica di Lal sul ripristino della salute del suolo in Africa, Asia e America Latina ha avuto un impatto sui raccolti agricoli, sulla conservazione delle risorse naturali e sulla mitigazione dei cambiamenti climatici. Le pratiche agricole sostenute da Lal sono ora al centro degli sforzi per migliorare i sistemi agricoli nel mondo e favorire una produzione agricola sostenibile. L’approccio incentrato sul suolo si basa sul presupposto che la salute del suolo, delle piante, degli animali, delle persone e dell’ambiente è unica e indivisibile. La sua ricerca ha dimostrato come coltivare colture su terreni sani possa favorire un aumento della produttività con un minor consumo di terra, ridotto utilizzo di prodotti chimici per l’agricoltura, ridotte lavorazioni, minor uso di acqua ed energia. Poiché i suoli forniscono anche servizi ambientali essenziali come la conservazione dell’acqua piovana, il filtraggio degli inquinanti e la creazione di habitat per tutti i tipi di organismi, è tanto più importante gestire i suoli in modo sostenibile.
Lal ha identificato e promosso pratiche di uso e gestione del suolo su misura per ogni regione del mondo per ripristinare efficacemente la salute del suolo ed evitare il degrado del suolo. Ha sviluppato linee guida del suolo specifiche per regione per l’adozione di sistemi agricoli di conservazione, alternative all’agricoltura convenzionale per l’intensificazione sostenibile degli agroecosistemi. Stabilendo esperimenti a lungo termine in tutti i tropici, ha reso popolare la pratica dell’agricoltura di conservazione in regioni con climi rigidi e suoli fragili.
da Agriculture.it Fidaf, giugno 2020