Diverfarming è un progetto finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione europea del valore di quasi 10 milioni di euro che si propone di sviluppare e testare sistemi di coltivazione diversificati (rotazioni, colture multiple e intercrops per alimenti, mangimi e prodotti industriali) con l’obiettivo di aumentare la produttività del suolo e la qualità delle colture, riducendo al contempo l’uso di macchinari, fertilizzanti, pesticidi, energia e acqua nel segno delle prospettive legate al Piano Green Deal. Accanto a 40 istituti in otto paesi diversi, collabora anche l’Università di Exeter Business School, nel Devon (sud-ovest dell’Inghilterra). Alla guida c’è l’Università Politecnica di Cartagena in Spagna.
Per implementare in modo efficace la rotazione delle colture e le pratiche di agricoltura sostenibile, Exeter ha dimostrato che dovrebbero essere messi in atto due livelli di contatto: il primo specifico per gli agricoltori e il secondo tra le parti interessate all’interno di un partenariato.
Il team di ricerca composto anche dalla Wageningen University nei Paesi Bassi, dall’Università di Tuscia in Italia, e il Barilla Sustainable Farming Group, promuove una partnership tra i partner della filiera per adottare e diffondere pratiche sostenibili e raccomanda un approccio a due livelli per implementare il sistema di rotazione delle colture che cicli le colture di grano, la barbabietola da zucchero, i semi di colza e il girasole.
Il primo livello è un contratto per coinvolgere gli agricoltori e sensibilizzarli ai benefici della diversificazione delle colture, comprese le pratiche di rotazione come prezzo, quantità, qualità, numero di anni e luoghi. Il secondo si riferisce alla collaborazione tra le parti interessate nel partenariato che cerca di integrare le loro catene di approvvigionamento e sviluppare dei contratti che possono essere offerti agli agricoltori.
da Agrifood.tech, 1/6/2020