Una delle ultime innovazioni nella produzione alimentare è un sistema a circuito chiuso chiamato acquaponica, dove pesci e verdure vengono allevati e coltivati insieme, usando acqua in circolazione continua.
Con i livelli demografici che dovrebbero raggiungere i 9,7 miliardi di abitanti entro il 2050, sempre più bocche da sfamare richiedono metodi di produzione alimentare che siano rispettosi dell’ambiente e attenti alle risorse. Gli stock mondiali di pesci selvatici stanno diminuendo, e la produzione di pesce d’allevamento è raddoppiata negli ultimi 15 anni. Spostando questi allevamenti sulla terraferma, le attività di acquaponica su scala commerciale potrebbero rivoluzionare la produzione alimentare, usando meno spazio, acqua ed energia come mai prima d’ora.
In un sistema a ricircolo, l’acqua delle vasche dei pesci viene pompata alle verdure coltivate in serra. L’acquaponica non utilizza terra, e le piante sono, invece, comodamente adagiate su strutture in schiuma galleggianti, con le radici che pendono in vasche piene d’acqua. Gli escrementi dei pesci agiscono da fertilizzante naturale, e, a loro volta, le verdure purificano l’acqua in questo sistema reciprocamente vantaggioso.
Il terzo attore che opera nel sistema sono dei batteri benefici estremamente importanti, che decompongono gli scarti organici dei pesci in un tipo di azoto che le piante possono utilizzare per crescere. Senza di loro, gli scarti organici non verrebbero adeguatamente riciclati.
Due input alimentano il sistema: i mangimi per i pesci e l’energia, ed entrambi possono essere sostenibili, se forniti nel modo corretto. I pesci carnivori, come il salmone e la tilapia, dipendono dai mangimi proteici forniti generalmente dal pesce foraggio. Puntare a questo pesce può essere insostenibile. Tuttavia, alcune aziende ittiche stanno migliorando il loro impatto ambientale attraverso valutazioni e piani di pesca responsabili. L’utilizzo di insetti come mangime al posto del pesce foraggio, e il ricorso all’energia rinnovabile sono dei validi modi per rendere questi sistemi più ecologici.
Sebbene la stragrande maggioranza dell’acquaponica sia d’acqua dolce, la ricerca pioneristica sull’uso delle specie d’acqua salata sta recuperando terreno.
I sistemi di acquaponica sono in gran parte autoregolanti, e non necessitano di additivi chimici o di fertilizzanti. L’utilizzo di acqua è un altro tema dibattuto in agricoltura, con la produzione alimentare globale che costituisce il 70% del consumo di acqua dolce. Sebbene un’irrigazione più efficiente possa far risparmiare tra il 30% e il 70% di acqua, l’acquaponica vanta una riduzione del 90% del consumo di acqua.
L’acquaponica non è un concetto completamente nuovo. Da secoli viene utilizzato in Asia per coltivare riso. (...) Su scala commerciale l’acquaponica è ancora un settore giovane.
Con la crescente domanda di alimenti freschi e locali, e di prodotti meno impattanti, l’acquaponica potrebbe essere la prossima grande novità del movimento alimentare sostenibile.
da”Forbes” in Agrapress, Rassegna della stampa estera n. 1336, 30/4/2020