Uno spicchio di terreno, un terrazzo o anche solo un davanzale: possono bastare per dare sfogo alla passione per il giardinaggio. Che – soprattutto in tempi di quarantena – fa bene a corpo e mente. Perché veder sbocciare i fiori nella loro esplosione di colori, osservare il ciclo della natura che non si arresta e annusarne i profumi è un antidoto perfetto per combattere i disturbi secondari che il Coronavirus sta creando a chi non si è contagiato: l’ansia, la depressione, ma anche la sedentarietà, l’obesità o il mal di schiena per ore di smart-working senza neppure più la pausa caffè per sgranchirsi le gambe.
Già qualche tempo fa, in Gran Bretagna, il Sistema sanitario ha raccomandato ai medici di prescrivere ai pazienti la ‘cura del giardinaggio’ perché diversi studi hanno dimostrato che dedicarsi a quest’attività ha effetti benefici nel ridurre depressione, ansia e stress. Chi si dedica al giardinaggio, in genere, ha livelli più bassi di cortisolo, l’ormone dello stress, e dunque uno stato di benessere generale maggiore che migliora anche la qualità del sonno. “In Italia non siamo ancora riusciti a far passare nemmeno la prescrizione medica dell’attività fisica”, dichiara Walter Marrocco, presidente della Società italiana di medicina di prevenzione e stili di vita (Simpesv). “Ma alcune regioni, come l’Umbria, stanno andando in questa direzione e certamente anche il giardinaggio potrebbe diventare non più solo un consiglio ma una vera e propria prescrizione strutturata magari individuando percorsi guidati e spazi comuni in cui svolgere una forma di giardinaggio terapeutico”.
Zappettare e piantare semi è anche un’occasione a portata di tutti per fare esercizio fisico migliorando forza, resistenza e flessibilità di muscoli e articolazioni. Tutti benefici che hanno poi una ricaduta positiva anche sulla salute perché contribuiscono a ridurre il rischio di ipertensione e obesità. “Il giardinaggio è un esercizio fisico a tutti gli effetti”, spiega Marrocco. “Ha il vantaggio di mettere in moto tutto il corpo e non solo un singolo gruppo muscolare come quando si svolge un allenamento guidato. Con il giardinaggio eseguiamo movimenti naturali e ripetuti attivando contemporaneamente tutti i collegamenti nervosi che dal cervello fanno partire il comando per muscoli e articolazioni”, prosegue il medico.
In questo periodo di lockdown, poi, dedicarsi a fiori e piante può essere anche un’occasione per favorire grazie al sole la produzione di un po’ di vitamina D: “Stare all’aria aperta - sottolinea Marrocco - consente di esporsi al sole che non è così aggressivo come in estate: bastano 20-30 minuti al giorno con le braccia scoperte per poter produrre la giusta quantità di vitamina D. Naturalmente, man mano che si va incontro all’estate è bene proteggersi con una crema solare per evitare scottature”.
Che il giardinaggio possa essere terapeutico lo dimostra anche la diffusione degli Healing Gardens in molte strutture ospedaliere anche italiane. Si tratta di aree verdi progettate per dare benefici in base agli utenti a cui sono destinate, tenendo conto quindi delle loro specifiche esigenze fisiche e psicologiche visto che spesso sorgono in ospedali, in hospice, in residenze che si occupano di anziani o malati terminali o addirittura in strutture che accolgono bambini. Già un paio di anni fa, presso la Fondazione Universitaria Policlinico A. Gemelli Irccs di Roma, è stato realizzato un giardino pensile terapeutico messo al servizio delle pazienti oncologiche dei percorsi clinico-assistenziali del Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino. Il giardino terapeutico ha portato per la prima volta in Italia la chemioterapia ‘fuori dalle mura dell’ospedale’ con un’area riparata e protetta grazie alla quale le pazienti possono sperimentare un contatto diretto con la natura. Più recentemente, a Milano il Policlinico ha fatto un concorso per un healing garden e qualcosa inizia a vedersi anche al policlinico di Pisa.
da Repubblica.it, Salute, 21/4/2020