È sulla bocca di tutti, si chiama vespa samurai e, ora lo sappiamo per certo, sarà lanciata intorno alla metà di giugno nelle campagne del Nord Italia per contenere la cimice asiatica, sciagura dei nostri frutteti e minaccia per l'economia delle principali regioni coinvolte. Un'amica, una preziosa nuova alleata, che tecnici e agricoltori stavano aspettando da mesi. L'ultimo ok che si attendeva nel lungo e tortuoso percorso burocratico per poter diffondere un insetto alieno nel nostro territorio, quello dalla Conferenza Stato Regioni, è appena arrivato e, a breve, i centri di ricerca autorizzati cominceranno la moltiplicazione della vespa samurai.
Sono molti però gli interrogativi, i dubbi che circolano fra i non addetti ai lavori, moltissime le cosiddette fake news, per usare una parola che va molto di moda (in italiano potremmo dire più semplicemente baggianate), che vengono rilanciate sui social media.
Ci siamo fatti aiutare da un'esperta del settore, Lara Maistrello, entomologa e professoressa all'Università di Modena e Reggio Emilia, a fare chiarezza e a spazzare via, una volta per tutte, timori infondati.
Innanzitutto la premessa: la vespa samurai (T. japonicus e T. mitsukurii) non verrà introdotta nel nostro ambiente, la vespa samurai c'è già, è già diffusa da Est a Ovest, e si sta moltiplicando in autonomia. È arrivata da sola, viaggiando con le merci, così come ha fatto l'insetto alieno che si sta cercando di combattere, la cimice asiatica (H. halys). Se anche il ministero dell'Ambiente non avesse dato il via libera alla moltiplicazione e ai lanci della vespa samurai, lei si sarebbe comunque moltiplicata perché lo sta già facendo.
Secondo punto da chiarire: l'alternativa per combattere la cimice asiatica, senza peraltro risultati efficienti, è la chimica. Gli agricoltori hanno a disposizione un certo numero di principi attivi, insetticidi autorizzati, e utilizzeranno tutte le cartucce a loro disposizione per difendere i loro frutteti. D'altra parte chi non lo farebbe? Chi non difenderebbe, con ogni mezzo lecito a disposizione, il proprio reddito? Gli insetticidi autorizzati per la cimice asiatica non sono selettivi, ciò significa che colpiscono anche gli insetti utili.
L'unica colpa della vespa samurai è essersi vista affibbiare un nome volgare che non le rende giustizia. Il suo nome scientifico è Trissolcus japonicus, fa parte della famiglia degli Scelionidae, ed è piccola, minuscola, assolutamente innocua per l'uomo. La sua misura da adulta si aggira intorno al millimetro e mezzo-due millimetri. È un parassitoide, si riproduce deponendo le proprie uova all'interno di quelle delle cimici. Non ha un pungiglione, ha un ovopositore che può ricordare un pungiglione ma serve solo a inserire le sue uova in quelle della cimice, non è un aculeo che serve a difendersi e a offendere.
Gli apicoltori non hanno nulla da temere dalla vespa samurai (T. japonicus). Se qualcuno avesse in mente calabroni o, peggio, la temibile vespa velutina, si sbaglia: la vespa samurai non attacca gli alveari e non rappresenta un pericolo neanche per quanto riguarda l'approvvigionamento di cibo. Trissolcus japonicus in natura si nutre di nettare che recupera appoggiandosi su piccoli fiori, ma non è in competizione con le api. È un insetto minuscolo e di conseguenza si sazia velocemente.
Più di sei mesi di tempo sono stati necessari per arrivare dal decreto del presidente della Repubblica 102/2019 che apriva alla possibilità di introdurre organismi alieni, a certe condizioni, al reale sì alla vespa samurai. Un sì che è arrivato dal ministero dell'Ambiente dopo un processo burocratico lungo che ha richiesto il benestare anche dell'Ispra (Istituto per la protezione e la ricerca ambientale). Per ottenere quel sì, il Crea di Firenze ha predisposto un'analisi del rischio.
Più studi, di diversi istituti di ricerca, hanno dimostrato che T. japonicus, introdotto nel nostro ecosistema, non costituisce rischio per altre specie.
C'è un ultimo aspetto di cui tenere conto, la strategia che è stata scelta per la diffusione della vespa samurai, sotto il coordinamento del Servizio fitosanitario, è quella di lanci inoculativi, ovvero lanci di un numero sufficiente di individui in corridoi ecologici relativi ad ecosistemi agrari. La vespa samurai non sarà cioè lanciata all'interno dei frutteti e neanche nei boschi o parchi esterni alle aree coltivate, ma lì dove la cimice asiatica si riproduce: vegetazione spontanea attigua a zone coltivate.
Da: Agronotizie, 9/4/2020