Molte specie esotiche oggi ci arrivano sui banchi dei mercati etnici, segno della globalizzazione e dei processi migratori che caratterizzano il nostro tempo. Tra i tanti ricordiamo l'alchechengi, la carambola , la cirimoia, l'okra, il pomelo, il platano: prodotti gustosi e ricchi di principi nutritivi, come sottolinea Roberto Volpe, medico ricercatore dell'Unità prevenzione e protezione del Cnr di Roma. “Non troppo tempo fa la frutta esotica si associava a circostanze eccezionali: manghi, papaye e ananas erano cibi da ricchi o per occasioni eccezionali. Nel quotidiano, l'unica concessione all'esotico era la banana, facile da mangiare e da portare con sé per uno spuntino. Non va però dimenticato che in passato sono state esotiche anche le patate e il pomodoro, gli agrumi e le albicocche, le castagne e le melanzane, oggi consumati abitualmente”.
Per chi sia curioso di provarlo, l'alchechengi si presenta come una grossa ciliegia arancione dal gusto meno dolce, che ricorda i frutti di bosco. “È ricco di vitamina C, più del limone, e di pectina, fibra idrosolubile che, non venendo assorbita, aumenta la massa fecale contrastando la stipsi e nutre la flora intestinale, per cui funge da probiotico. Inoltre, sequestra colesterolo e zuccheri, per cui può aiutare la riduzione dei grassi nel sangue e della glicemia: è infatti ben nota l'azione delle fibre nel prevenire il diabete di tipo 2”, spiega il medico del Cnr. “La carambola, conosciuta come 'frutto stella' per la forma a cinque punte della sua sezione, può essere dolce o aspra: in tal caso però ha un alto contenuto di acido ossalico ed è quindi controindicata per chi presenta cristalli di ossalato nelle urine, base per i calcoli renali. Nei nostri mercati si trova soprattutto quella dolce, che è invece povera di zuccheri e ricca di potassio, sale minerale fondamentale per l'attività muscolare, per regolare il ritmo cardiaco e la pressione arteriosa. Contiene poi vitamina C e polifenoli, antiossidanti che neutralizzando i radicali liberi, riducono gli stati infiammatori e concorrono a prevenire invecchiamento patologico, infarto, ictus e tumori”.
Nel nostro Paese, in particolare in Calabria e Sicilia, si è diffusa la coltivazione della cirimoia, frutto a forma di cuore, dalle dimensioni di una mela e con la buccia verde. “È ricca di zuccheri, proteine e contiene vitamina C, potassio e calcio, utile per la prevenzione dell'osteoporosi”, continua il ricercatore. In Sicilia è diffusa anche l'okra, detta gombo, simile al peperoncino ma di colore verde. “Pur essendo un frutto, non contiene molti zuccheri, quindi fornisce solo 33 calorie per 100 grammi; è invece ricco in vitamine quali tiamina, acido folico, B6 e B2. I suoi baccelli sono inoltre un'ottima una fonte di vitamina A, utile alla vista. È inoltre ricca di pectina, calcio e magnesio”, sottolinea Volpe. Simile al pompelmo ma più grande è il pomelo. “Come tutti gli agrumi, è ricco di vitamina C, ma ha anche di vitamina A, B1, B2, B3 e B6, mentre tra i minerali abbonda il potassio. Fornisce una buona quantità di vitamine anche il platano, simile alla banana ma con una consistenza diversa, che all'interno presenta semi duri e ha un gusto meno dolce, sebbene sia ricco di zuccheri. Fornisce più calorie di una banana, 122 vs. 90 per 100 grammi, contiene fibra, vitamine A, B e C, potassio, magnesio, fosforo, ferro”, conclude il medico del Cnr.
Da Almanacco della Scienza, CNR, 8/4/2020