Secondo la definizione data, l’agricoltura di precisione è “fare la cosa giusta, nel posto giusto, al momento giusto, nel modo giusto”. Quanto a modalità, l’agricoltura di precisione è inscindibile dalla navigazione satellitare: ovvero dalla determinazione della propria posizione rispetto a costellazioni non di stelle ma di satelliti artificiali orbitanti a 20.000 km dalla Terra quindi ampiamente fuori dall’atmosfera. Questo sistema di riferimento extraterrestre prende nome di GNSS Global Navigation Satellite System ed è composto da 4 costellazioni satellitari: il ben noto GPS (32 satelliti), il GLONASS di derivazione ex URSS (24 s.), il COMPASS di emanazione cinese (16 s.), e il GALILEO (4 s.).
Le applicazioni in campo agricolo sono tali: applicazioni di una tecnologia messa a punto in altri contesti e per altri scopi; quindi è molto utile - all’interno della costante opera di miglioramento, diversificazione e innovazione che necessita al settore – esplorare anche le possibili “scintille” che possono scoccare da simili contatti. L’agricoltura di precisione, con l’esteso sistema di tracciatura digitale delle operazioni e dei trattamenti, potrebbe portare notevoli vantaggi di ottimizzazione colturale come ad es. la riduzione degli sprechi nella fertilizzazione azotata, a condizione di sobbarcarsi dei non banali investimenti (in termini di soldi, tempo e riorganizzazioni aziendali) necessari a metabolizzare una simile innovazione. Non è un caso che buona parte della tecnologia proposta sia prodotta dai colossi hi-tech del Giappone: di cui è nota l’attitudine culturale alla precisione, forse anche per il fatto che la popolazione insiste su un territorio poco più grande dell’Italia, ma con una popolazione più che doppia, e con una SAU decisamente inferiore che mal tollera lo spreco colturale di spazio agricolo.
Sia a livello di singolo imprenditore, sia a livello di settore e di sistema, bisogna chiedersi dunque se e quanto spazio ci potrà essere nel nostro Paese per simili innovazioni, che peraltro stanno già interessando alcune aziende. Si tratta cioè di verificare il campo di applicazione dove abbia senso avvantaggiarsi di un’agricoltura di precisione così congegnata, e dove il gioco valga la candela: i promotori si guardano bene dal proporla indiscriminatamente al milione e 600.000 aziende agricole italiane, delle quali un milione di aziende ricava annualmente un reddito da produzione inferiore ai 10.000 € (auspicabilmente integrativo di altre entrate), come reso noto dal 6° Censimento Generale dell’Agricoltura 2010.
È impossibile non citare Keynes: “meglio essere approssimativamente nel giusto, che precisamente nell’errore!”.