Una e-mail ad hoc: pratichesleali@politicheagricole.it. Un’opportunità che consente di inviare segnalazioni da parte di organizzazioni agricole, associazioni di produttori e altri soggetti aggregati di pratiche sleali. E’ lo strumento attivato dal Mipaaf per denunciare irregolarità su questo tema così dibattuto.
“La filiera agroalimentare italiana sta dando dimostrazione di grande responsabilità nel garantire l’approvvigionamento di cibo e bevande ai cittadini italiani”, premette la ministra del Mipaaf Teresa Bellanova, annunciando la possibilità di segnalare potenziali pratiche sleali di mercato nella filiera agroalimentare. “Uno sforzo imponente dal campo fino ai punti di vendita, che vede coinvolte migliaia di lavoratrici e lavoratori. In questo contesto non c’è e non ci deve essere spazio per i comportamenti sleali. Vietate prima, intollerabili oggi, anche dal punto di vista etico dobbiamo evitare che si possano attivare pratiche sleali a danno degli anelli più deboli della filiera.
Per questo come Ministero abbiamo deciso di dare la possibilità a organizzazioni agricole, consorzi, associazioni di produttori e soggetti aggregati di fare segnalazioni collettive di richieste anomale da parte degli acquirenti rispetto alla crisi in corso nel pieno spirito della Direttiva europea 633 del 2019. Chi pensa di poter approfittare di questa fase di emergenza per distorcere i rapporti di filiera non può agire indisturbato. Dobbiamo difendere il lavoro di tutti, nel pieno rispetto dei ruoli e delle funzioni, dimostrando ancora una volta che l’Italia sa unirsi e sa combattere insieme anche nelle situazioni più difficili”.
“Già nel Dl del 2 marzo”, sottolinea Bellanova, “abbiamo previsto multe da 15 a 60mila euro per chiunque metta in atto pratiche sleali tra acquirenti e fornitori, colpendo il made in Italy e danneggiando la nostra reputazione. Soprattutto in questo momento chi mette in campo concorrenza e pratiche sleali fa un danno enorme al Paese e ai cittadini. Non possiamo consentirlo in alcun modo”.
Le segnalazioni saranno poi inoltrate all’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato per evitare speculazioni.
da Corriere Ortofrutticolo.it, 31/3/2020