Si chiama mirmecofilia e significa 'amore per le formiche'. A coniare questo termine attribuendolo ad alcune piante è stato un botanico italiano, Federico Delpino (1833-1905), amico di Charles Darwin, il padre della teoria evoluzionistica. Delpino si accorse che alcune piante (più di 3mila al mondo) secernono una sostanza zuccherina da alcuni organi posti non nei fiori, come normalmente avviene per attirare gli insetti pronubi, ma sui rami o sulle foglie.
Delpino scoprì che la pianta produce questo composto per sfamare le formiche che in cambio offrono diverse tipologie di servizi alla pianta stessa: un caso di rapporto mutualistico, in cui cioè tutti hanno qualcosa da guadagnare.
I rapporti di mirmecofilia sono dei più vari: la maggior parte delle piante fornisce cibo alla colonia di formiche, mentre alcune hanno modificato la propria struttura per offrire riparo. Le formiche dal canto loro eliminano le piante infestanti, allontanano gli insetti fitofagi fino ad arrivare ad avere un ruolo nell'impollinazione e dispersione dei semi.
Numerose specie di acacie nella fascia equatoriale offrono ad esempio riparo e nutrimento alle formiche. In cambio queste tagliano letteralmente i tralci delle piante rampicanti che provano ad avvicinarsi all'albero per colonizzarlo. Ma eliminano anche muschi e licheni che provano ad insediarsi sulla corteccia.
Lo stesso avviene nel caso in cui un insetto provi a cibarsi delle foglie della pianta. Le formiche lo attaccano e lo costringono ad allontanarsi, o peggio.
Le formiche però possono anche mettere in atto strategie a svantaggio delle piante. Un esempio classico è il rapporto mutualistico con gli afidi. Questi piccoli insetti si nutrono della linfa delle piante causando anche seri danni alle produzioni. E come materiale di scarto producono melata, una sostanza zuccherina che viene espulsa e raccolta dalle formiche. Si tratta infatti di un'ottima fonte di nutrimento per la colonia.
E per difendere la propria fonte di cibo le formiche sono disposte anche a combattere. Quando una coccinella si avventura su una foglia alla ricerca di afidi di cui cibarsi, le formiche la attaccano costringendola ad allontanarsi e mettendo al sicuro in questo modo la produzione di melata.
In Italia non esistono oggi specie di valore agrario che sfruttano i servizi messi a disposizione dalle formiche per provvedere a funzioni importanti come il diserbo o la difesa da insetti dannosi. Ma non è detto che non possa accadere in futuro.
Sotto la spinta di una opinione pubblica che chiede a gran voce una diminuzione dell'uso di agrofarmaci e visto il taglio di sostanze attive oggi disponibili, l'idea di selezionare piante in grado di trovare nelle formiche dei validi alleati è quantomeno affascinante.
Le formiche d'altronde sono insetti straordinari, estremamente resistenti a condizioni ambientali avverse, in grado di adattarsi ad ogni contesto (dalla città alla foresta), fisicamente forti e con una organizzazione sociale complessa. Sarebbero gli alleati perfetti dell'agricoltore.
Un esempio interessante arriva dalla Thailandia. Un coltivatore di mango utilizza le formiche per tenere alla larga dal proprio frutteto gli insetti dannosi. E per favorire lo sviluppo delle formiche ha steso dei fili tra una pianta e l'altra in modo da creare passaggi sicuri per le formiche e agevolare la colonizzazione di nuovi territori.
La sfida non è affatto semplice. Occorre infatti selezionare piante di valore agricolo che riescano ad instaurare con le formiche un rapporto di mutuo soccorso. Rapporti che in natura esistono ma che hanno richiesto milioni di anni di evoluzione per affinarsi.
da Agronotizie, 20/3/2020