A bordo della Stazione Spaziale Internazionale è stata coltivata con successo della lattuga romana rossa, che gli astronauti hanno mangiato a bordo della stazione orbitante. La notizia, riportata in uno studio pubblicato su Frontiers in Plant Science e condotto dai ricercatori dell'agenzia spaziale americana, getta nuova luce sulla possibilità di coltivare e produrre cibo nello spazio, in vista delle future missioni di lunga durata.
"L'insalata nata nello spazio è priva di microbi patogeni ed è nutriente almeno quanto le verdure terrestri, nonostante sia stata sottoposta alle radiazioni intense e alla bassa gravità dello spazio", commenta Christina Khodadad, ricercatrice presso il Kennedy Space Center. Il suo team sottolinea l'importanza di assumere potassio e vitamine K, B1 e C, nutrienti oggi poco presenti nei prodotti liofilizzati di cui si nutrono gli astronauti.
"Se guardiamo alle missioni di lunga durata, come Artemis-III, che nel 2024 porterà un gruppo di astronauti sul Polo Sud lunare, o i programmi di SpaceX e della Nasa che hanno Marte come destinazione, l'utilità di una coltivazione nello spazio diventa palese e le verdure a foglia verde sembrano molto adatte a questo scopo, perché possono essere coltivate e consumate fresche con poche risorse a disposizione", prosegue la ricercatrice.
La lattuga spaziale è stata coltivata in una serra idroponica a bordo della Stazione spaziale internazionale, denominata "Veggie", dal 2014, grazie all'utilizzo di luci LED e di un sistema di irrigazione, appositamente progettato per le colture nello spazio. "La lattuga è cresciuta all'interno di Veggie per un periodo variabile da 33 a 56 giorni, e gli astronauti, che hanno banchettato con il frutto del loro lavoro, non hanno sperimentato conseguenze negative. Alcuni campioni della verdura sono stati congelati per essere analizzati sulla Terra", spiega Khodadad, sottolineando che sul pianeta è stata condotta la stessa coltivazione con condizioni analoghe come test di controllo.
"Nella maggior parte degli esami, il vegetale cresciuto nello spazio presentava quantitativi più elevati di componenti come potassio, sodio, fosforo, zolfo e zinco, nonché di fenolici, molecole dalle comprovate caratteristiche antivirali, antitumorali e antinfiammatorie, mentre i livelli di antiossidanti e altri elementi erano simili nelle due coltivazioni", dichiara il team, sottolineando inoltre che le foglie di insalata provenienti dalla ISS non presentavano batteri o microbi pericolosi, ma solo comunità microbiche che si sarebbero sviluppate anche sul pianeta.
"Questi risultati sorprendenti e incoraggianti spingono a svolgere ulteriori ricerche volte alla coltivazione sulla Stazione Spaziale Internazionale, che è il banco di prova delle future missioni di lunga durata. Stiamo considerando l'idea di effettuare test su verdure a foglia e piccoli frutti, come pomodori o pepe", conclude Gioia Massa, coautrice dell'articolo e ricercatrice presso il Kennedy Space Center.
da: Freshplaza.it, 11/3/2020