La messa al bando degli antibiotici in alimentazione animale, usati come promotori di crescita in quanto equilibratori del microbiota intestinale, ha stimolato la ricerca verso prebiotici naturali quali gli oli essenziali, i tannini, gli acidi grassi a catena medio-corta, l’inulina e molti altri e probiotici come lattobacilli e lieviti.
Una breve nota apparsa su All About Feeds del 20 gennaio 2020 ci informa che recenti studi della McGill University di Montreal, Canada (2016) e della University of Science and Technology di Henan, Cina (2018), hanno preso in esame le proprietà antimicrobiche e antiossidanti degli scarti di mercato dei broccoli (Brassica oleracea), una volta fermentati. Secondo questi studi, prima di essere posti sul banco del mercato, dei broccoli viene scartato circa il 45-50%, per conformazione irregolare, taglio troppo piccolo, danneggiamenti durante la raccolta o trattamenti vari. A monte si ha un ulteriore perdita di circa il 25%, sul campo, per la eliminazione di foglie o altre parti vegetali in eccesso. Si tratta di ingenti quantità di massa vegetale scartate, che rappresentano una perdita economica per i produttori ed un pesante problema di inquinamento, sia del terreno che di eutrofizzazione delle acque, se disperse nell’ambiente. Lasciati fermentare, i residui dei broccoli si arricchiscono di batteri lattici, di lieviti, di Bacillus subtilis, di acido acetico e altri prebiotici.
Gli studi citati avevano lo scopo di indagare sul possibile effetto di promozione di crescita degli scarti fermentati dei broccoli, se introdotti nella dieta dei polli da carne. I risultati hanno riguardato la composizione e le proprietà nutraceutiche del materiale, gli effetti antimicrobici ed antiossidanti ed, infine, le caratteristiche di digeribilità e di promozione delle performance produttive.
Per quanto riguarda il primo aspetto, i broccoli sono ricchi di fibre dietetiche, vitamine, minerali e di sostanze fitochimiche bioattive come i glucosinolati, i composti fenolici, i flavonoidi e carotenoidi specifici. Sono relativamente ricchi di proteine abbondantemente dotate di tirosina, acido aspartico, acido glutammico, prolina e valina.
Riguardo all’azione antimicrobica, gli autori degli studi confermano i risultati ottenuti anche da altri e cioè che con inclusioni del 5 e del 10% di broccoli fermentati nella dieta dei broilers, le cariche microbiche di Campylobacter, Escherichia coli, Salmonella typhimurium e Clostridium perfringens sono risultate significativamente ridotte.
L’effetto antiossidante, attribuito soprattutto alla forte presenza di xantofille, è stato messo in evidenza misurando la pigmentazione della pelle, la diminuzione della malondialdeide e l’incremento degli enzimi superossido dismutasi, glutatione perossidasi e catalasi nei muscoli del petto.
Infine, la nota fa riferimento ad altri studi precedenti, secondo i quali l’inclusione dei broccoli fermentati nella dieta di broiler, anche se infettati oralmente con Clostridium perfringens, ne migliora le prestazioni produttive.