Coltivare cibo su un letto di rifiuti. Non è l’ennesimo scempio di ecomafie che sotterrano sostanze tossiche nei terreni agricoli, ma un esempio virtuoso di "giardino riciclato" a cui stanno lavorando i profughi siriani del campo di Zaatari, in Giordania, con la supervisione dei ricercatori inglesi dell’Università di Sheffield. Il progetto ha dell'incredibile: usare la spugna dei materassi dismessi come terreno di coltura dove far crescere verdure e ortaggi.
L'idea di usare i diecimila materassi impilati in un capannone del campo al posto del terreno risolve due problemi con un colpo solo: dare una seconda vita a quella montagna di rifiuti e permettere la produzione di cibo in un’area affollata da 80mila rifugiati e desertica.
"Qualcuno ci ha detto: cosa ci potremmo fare con tutto il poliuretano espanso dei materassi?", racconta alla Bbc Tony Ryan, professore di Chimica a Sheffield. "In Giordania non esistono sistemi di smaltimento. E allora ho chiesto a un mio studente di dottorato di fare una ricerca su come usare queste spugne per coltivare vegetali. Lui mi ha risposto come fare. E qualche tempo dopo abbiamo visto crescere una pianta di pomodori su un vecchio sofà".
Dopo una serie di esperimenti idroponici condotti nei laboratori dell’ateneo britannico, che hanno dimostrato la fattibilità dell'idea, Ryan e colleghi hanno istruito i contadini siriani rifugiati a Zaatari. "Abbiamo spiegato a uno di loro, molto stimato dagli altri, che con questa tecnica basta il 20% dell’acqua che si usa normalmente sui campi, perché rimane intrappolata nel poliuretano espanso e nutre la pianta. Ora è diventato un esperto di colture idroponiche e ha trasferito le sue conoscenze agli altri rifugiati".
Il risultato è che nel campo profughi ora ognuno può costruire il suo orto o il suo giardino: bastano secchielli e vasetti in cui collocare tasselli di poliuretano espanso presi dai vecchi materassi abbandonati. E poi naturalmente semi e acqua.
da: Repubblica.it, 18/2/2020