In Sicilia le Ible decantate per il miele e le api erano ben quattro: la Erea o Minor (Ragusa); la Major (alle falde dell’Etna); la. Megarese (Augusta) e la Minima (Gela) tutte “passate alla storia e nella tradizione dell’antica Sicilia come territori indicati nei quali la vegetazione era più che non altrove rigogliosa, i fiori più profumati, le frutta più saporite, le messi più copiose (CHIESI, 1882). Una interessante raccolta di brani degli autori classici greci e romani riguardanti le api e il miele iblei è riportata da Burgaretta (1982). I coloni greci che soggiogarono i siculi e ne distrussero la loro complessa società, presumibilmente, introdussero le tecniche apistiche che avevano appreso dagli egizi e che, perfezionate durante le successive dominazioni romana, bizantina e araba dell’isola, sono pervenute fino ai nostri giorni. Ai greci risale il mito dell’eroe libico Aristeo, figlio di Apollo e Cirene, che avrebbe appreso dalle ninfe l’arte di allevare le api, di coltivare la vite, l’olivo e di fare il formaggio, conoscenze da lui diffuse in tutta la Grecia e nelle colonie. Le monete di epoca greca con l’ape, coniate a Ibla maggiore e a Megara Ibla, testimoniano l’importanza dell’ apicoltura che, nel territorio ibleo ha trovato conferma nella presenza della cosiddetta “Fattoria delle Api”, portata alla luce da uno scavo condotto da Giovanni Di Stefano, nel 1979, lungo il basso corso del fiume Irminio, al limite orientale del territorio di Camarina, sulla dorsale di una falaise rocciosa denominata Costa del Lestingo in contrada Cancellieri, Sul complesso edilizio, caratterizzato da una disposizione funzionale a forma di una “L”, è stato ipotizzato che fosse adibito alla produzione del miele. Attualmente il sito è in stato di completo abbandono, non è più recintato e la fitta vegetazione ruderale rende difficile l’dentificazione delle fondamenta e delle pareti perimetrali. Tuttavia secondo gli archeologi i resti evidenziano similitudini con le fattorie delle api scoperte a Vari, Trachones e Sounion-Laurion tutte località dell’Attica, regione greca che vantava il miele più pregiato del mondo antico prodotto sul monte Imetto, miele al quale poteva paragonarsi solo quello “distillato dalle sicule api iblee”.
Fig.1 Stato attuale dei resti della fattoria delle api
Fig.2. Ricostruzione grafica della fattoria delle api di Vari in Grecia