Alla fine della primavera, quando, col sopraggiungere delle alte temperature, si esauriscono le infestazioni degli afidi, le coccinelle adulte si trasferiscono in volo sulle alture dove si aggregano rimanendovi fino agli inizi della primavera successiva allorché, dopo essersi accoppiate, compiono la migrazione di ritorno verso le zone più basse dove, sulle piante spontanee e coltivate, hanno già avuto inizio le infestazioni delle loro prede. La Coccinella dai sette punti, in Sicilia, da metà giugno a luglio, raggiunge le pendici dell’Etna dove, a quote comprese fra i 2.000 e i 2.500 m s.l.m.m., forma numerosissime aggregazioni, ciascuna costituita da una decina di individui, sotto i lapilli lavici delle più recenti eruzioni. Numerosi esemplari, durante la migrazione si soffermano a quote più basse (1.000-1.500 m) sui pini e su altre piante (romice, tanaceto, ecc.) alimentandosi di polline e di piccoli insetti (tisanotteri, psille, cicaline e afidi). Gli stadi attivi di Coccinella septempunctata (larve e adulti) predano varie specie di afidi; un singolo esemplare nel corso della sua vita può consumare oltre 5.000 prede. La forma sferica del corpo delle coccinelle adulte non consente alle formiche simbionti degli afidi di trovare appigli utili per aggredirle. Tuttavia l’imenottero braconide Dinocampus coccinellae riesce, con il suo ovopositore, a inserire un uovo nel corpo della coccinella. Ciascuna femmina del parassitoide depone in media un centinaio di uova non fecondate dalle quali, per partenogenesi, nasceranno, quasi esclusivamente, larve di sesso femminile, i maschi sono molto rari. Le larve endofaghe raggiungono la maturità in circa un mese, alimentandosi degli organi interni della coccinella che, nel frattempo, continua a predare afidi. La larva matura del parassitoide, dopo averlo immobilizzato, esce dal corpo dell’ospite, ancora vivo, e fra le sue zampe, comincia a tessere un bozzoletto sericeo, entro il quale compie la ninfosi e si trasforma in adulto. Quest’ultimo va immediatamente alla ricerca di una coccinella da parassitare; tuttavia, se le popolazioni dell’ospite sono rarefatte, il parassitoide può ovideporre nel corpo di una coccinella parassitata in precedenza. Sull’Etna, le osservazioni periodicamente condotte nell’ultimo trentennio, hanno evidenziato tassi di parassitizzazione variabili dal 2 al 4%. Quest’anno è stata rilevata una parassitizzazione del 5%, ben lontana dal 70% registrata in Gran Bretagna nel 1990 e che ha destato notevoli preoccupazioni negli agricoltori britannici i quali, considerato che teoricamente l’attività di un solo individuo del braconide permette la sopravvivenza di 55 milioni di afidi, hanno temuto un grave impatto economico dall’attività del parassitoide. In effetti D. coccinellidae parassitizza quasi esclusivamente C. septempunctata, ignorando altre specie di coccinellidi quali la Coccinella dai due punti, Adalia bipunctata, che estivano e svernano sull’Etna. Il ruolo ecologico del braconide è quello di regolare la densità di popolazione del suo ospite, senza tuttavia metterne a rischio la sopravvivenza, e pertanto esso pullula soprattutto quando le coccinelle sono numerose mentre se esse scarseggiano, per sopravvivere, riutilizza esemplari già parassitati in precedenza.
Foto: Coccinella septempunctata e il suo parassitoide Dinocampus coccinellae