Si terrà dal 12 al 15 settembre alla Fortezza da Basso di Firenze l’Expo Rurale 2013 voluto dalla Regione Toscana come manifestazione della ruralità, anche in vista del semestre 2015 dell’Expo mondiale a Milano.
Non è tanto per la competenza di legge, esclusiva in materia di agricoltura e boschi, che risulta molto opportuna la scala regionale delle manifestazioni rurali: il recente 6° Censimento Generale dell’Agricoltura ha evidenziato una volta di più – se ce ne fosse bisogno – la differenze del settore primario da regione a regione, al punto che i dati medi sono particolarmente efficaci nel “sotterrare le differenze”. Quindi è regionale il livello idoneo se non ottimale per la politica settoriale, ben ingranata però –senza dirigismi - con il multiforme ingranaggio delle forze vive che muovono la società e l’economia.
Al di là delle necessariamente circoscritte manifestazioni fieristiche, o ripartendo da esse, le chances anche per le agricolture regionali e le loro peculiarità verranno dalle aperture di cui saranno capaci: non solo dunque alla cittadinanza come potenziale clientela, finalmente sensibile alla qualità del cibo, alla strategicità ambientale e infrastrutturale del settore. Sempre maggiori aperture vanno progettate anche rispetto alle altre componenti dell’”azienda Italia”: il rilancio della domanda alimentare interna, la distribuzione efficace del prodotto italiano, l’incremento dell’export del made in Italy alimentare e il contrasto dell’italian sounding contraffatto, la qualificazione degli addetti, la considerazione sociale, il ripensamento delle forme di rappresentanza e l’integrazione con la manodopera italiana e extracomunitaria.