E’ stata recentemente pubblicata in USA (Ed. John P. Hart, New York State Museum) la ricerca di quattro studiosi dell’Università del Minnesota - Deepak K. Ray, Nathaniel D. Mueller, Paul C. West, Johnatan Foley –, i quali hanno evidenziato come gli attuali incrementi complessivi della produzione agricola alimentare mondiale siano insufficienti a soddisfare le esigenze della popolazione nel 2050, come già prospettato dalla FAO.
Nel mondo attuale esiste una crescente domanda di produzioni agricole, dettata da tre motivi-chiave: aumento numerico della popolazione, crescente consumo di carne e prodotti caseari, maggiore consumo di biocombustibili. Per soddisfare queste esigenze entro il 2050, la produzione dovrebbe essere incrementata tra il 60% e il 100%. Non essendo possibile estendere le terre coltivate, si è dimostrato che raddoppiare le produzioni per ettaro è l’unica strada per conseguire la sicurezza alimentare globale. Tuttavia, la produzione in diverse aree agricole non può ulteriormente essere aumentata oltre il 24-39%; in altre zone sta anche diminuendo.
Utilizzando circa 2,5 milioni di statistiche raccolte in tutto il mondo, gli studiosi americani hanno seguito l’andamento di quattro colture (mais, riso, grano e soia) che attualmente costituiscono quasi i 2/3 della produzione mondiale. Risulta che esse manifestano un aumento rispettivamente del 1,5%, 1 %, 0,9% e 1,3% per anno, ma non è sufficiente per raddoppiare la produzione mondiale nei tempi necessari. Queste colture dovrebbero infatti incrementare rispettivamente del 67%, 42%, 38%, 55%, cosa estremamente lontana dalle realtà attuali.
Gli studiosi hanno determinato quali siano le zone in grado di raddoppiare la produzione entro il 2050 e quali no, concludendo che saranno nel complesso insufficienti, specialmente nei paesi più poveri e con un rapido incremento di popolazione.