In apertura dei lavori del Convegno su “Il valore della filiera agroindustriale”, organizzato da Intesa SanPaolo – Agriventure il 27 ottobre a Firenze, il Presidente dell’Accademia dei Georgofili, Franco Scaramuzzi, ha evidenziato come l’importanza strategica dell’agricoltura vada riemergendo nei vari Summit mondiali che stanno affrontando problematiche quali la tutela ambientale, le fonti energetiche, la sicurezza alimentare. Alla base delle soluzioni finora prospettate, si finisce infatti per trovare sempre l’agricoltura ed i suoi insostituibili ruoli.
Soffermandosi sulla sicurezza alimentare globale, Scaramuzzi ha sottolineato l’esigenza indicata dalla FAO di raddoppiare le attuali produzioni alimentari mondiali entro il 2050, quando la popolazione complessiva avrà raggiunto i 9 miliardi. Ogni singolo Paese non potrà dichiararsi estraneo a questa esigenza e dovrà assumere comportamenti coerenti, che non investono solo la tecnica e l’economia, ma anche l’etica. Dovrà infatti condividere l’impegno ad incrementare la produzione agricola, senza fare assegnamento sulla possibilità di estendere le superfici arabili e neppure su adeguati incrementi delle produzioni unitarie. Ne deriva l’importanza delle innovazioni oggi prospettate dalla genetica molecolare. Ogni Paese dovrà comunque ridurre anche il peso dei propri bisogni alimentari sulle disponibilità mondiali. Le industrie sono giustamente libere di approvvigionarsi delle materie prime sul mercato globale, senza obblighi nei confronti delle produzioni agricole primarie nazionali. I cui costi di queste ultime continuano ad aumentare, mentre i loro prezzi di vendita sempre più spesso non risultano remunerativi, tanto che un numero crescente di agricoltori ha cominciato a rinunciare alla semina dei propri terreni. La produzione agricola primaria nazionale potrebbe quindi continuare a diminuire e le nostre industrie alimentari finirebbero per dover sopportare i rischi di un crescente approvvigionamento dal delicato e labile mercato globale, perdendo anche il prestigioso marchio di garanzia dell’origine, per prodotti la cui qualità è tradizionalmente legata al territorio. Scaramuzzi ha auspicato una strategia condivisa fra le varie componenti della filiera agroindustriale, che contempli anche un equilibrio tra i redditi di tutti coloro che vi operano.
Il testo integrale di questa relazione è disponibile sul sito http://www.georgofili.it