La scomparsa delle quote latte e delle quote zucchero mostra la volontà di Bruxelles di sganciarsi da una gestione costosa dei mercati agricoli. Solo i viticoltori sono sfuggiti alla liberalizzazione dei diritti di impianto, che avrebbe generato un diffuso crollo dei prezzi del vino.
Oltre ad essere simbolo di mezzo secolo di storia, le quote rappresentavano soprattutto la garanzia di prezzi elevati per gli agricoltori, grazie al controllo dei volumi prodotti. Erano state create per abbattere le eccedenze nate da una politica produttivistica, il cui scopo iniziale era l’ autosufficienza alimentare dell’Europa del dopoguerra.
La decisione di mettere fine alle quote è essenzialmente politica e corrisponde alla volontà dell’Unione Europea di sganciarsi dalla complicata e costosa gestione dei mercati agricoli. Una posizione però duramente criticata da molti grandi paesi produttori agricoli, come la Francia, che ricordano come i concorrenti ufficialmente più liberisti (ad esempio la Gran Bretagna) siano poi i primi a proteggere la propria agricoltura. Nel caso dello zucchero, la pressione maggiore contro le quote sarebbe derivata da grandi gruppi americani, come quello della Coca Cola, con lo scopo di abbassare i prezzi dello zucchero, largamente utilizzato nelle bibite prodotte.
Da: Les Echos - Francia, 4/07/2013