Le imprese italiane, comprese quelle agricole e alimentari, giustamente lamentano la troppa invadenza della burocrazia - sia nazionale che comunitaria - nel loro lavoro. Più volte i Governi italiani hanno promesso il loro intervento per limitarla, ma gli imprenditori fino ad oggi non se ne sono accorti.
Diverso è il caso della burocrazia comunitaria che – senza, peraltro, raccogliere i risultati sperati - interviene anche pesantemente, eliminando lacci e laccioli. E' proprio di questi giorni la notizia che l'Unione Europea interverrà sulla normativa per la sicurezza alimentare, emanando un pacchetto di norme che sia in grado di gestire in modo più efficace la sicurezza della catena alimentare, anche con semplificazioni burocratiche per le PMI.
I provvedimenti varati dalla Commissione europea per questo scopo prevedono un approccio più moderno, semplice e improntato alla gestione dei rischi. Per questo, gli attuali 70 atti legislativi verranno ridotti a 5 e diminuirà anche la burocrazia legata a processi e procedure cui sono soggetti agricoltori, allevatori e operatori del settore alimentare, quali i produttori, i trasformatori ed i distributori.
Si prevedono controlli alle aziende senza preavviso e sanzioni calcolate sulla base degli indebiti profitti ottenuti da chi ha violato la legge. E' stata annunciata l'introduzione di un unico testo legislativo sulla salute degli animali e nel contempo sarà potenziata anche la disciplina sulla salute delle piante e saranno previste regole più semplici per la commercializzazione delle sementi e di altro materiale riproduttivo vegetale.
Il pacchetto legislativo approvato dalla Commissione, sarà preso in esame dal Parlamento europeo e dal Consiglio e si prevede la sua entrata in vigore nel 2016.
Il Commissario europeo per la salute e i consumatori ha dichiarato che il settore alimentare, con i suoi oltre 48 milioni di lavoratori e con un valore di circa 750 miliardi di euro all'anno, è il secondo settore dell'economia nell' Unione Europea, per cui merita profonda attenzione. L'Europa, ha continuato il Commissario, pur avendo raggiunto elevati livelli di sicurezza alimentare a livello mondiale, con il recente scandalo della carne equina, ha dimostrato che vi sono ancora margini di miglioramento. E la risposta dell'Unione al recentissimo scandalo che tanto aveva preoccupato l'opinione pubblica, come si vede, non si è fatta attendere e, per una volta, sembra non penalizzare ulteriormente le imprese interessate con ulteriori cavilli burocratici, ma, anzi, sfoltisce quelli presenti.