Il 5 Dicembre si celebra la giornata mondiale del suolo; fu proposta nel 2002 dall’International Union of Soil Sciences (IUSS) di cui fanno parte tutte le società nazionali di Scienza del Suolo inclusa, quindi, la Società Italiana di Scienza del Suolo (SISS). In questo giorno la IUSS in collaborazione con la FAO sta organizzando eventi in tutto il mondo, Italia compresa, per richiamare l’attenzione su questa risorsa non rinnovabile e fragile visto che la degradazione del suolo è un problema a livello planetario dato che il centro di ricerche della Commissione europea ha pubblicato una Nuova edizione dell'Atlante mondiale della desertificazione, dal quale emerge che “oltre il 75% delle terre emerse sono già degradate e potrebbero esserlo oltre il 90% entro il 2050”.
Il detto di Leonardo da Vinci secondo cui “si conosce molto di più di quello che ci sta sopra la testa di quello che ci sta sotto i piedi” è quanto mai attuale. Nonostante la ricerca scientifica oggi abbia prodotto notevoli quantità di dati e sia in grado di fornire tutti gli elementi per operare una corretta gestione del territorio, purtroppo, troppo spesso, queste conoscenze sono sottovalutate o peggio ignorate dall’opinione pubblica, dai decisori politico-amministrativi e dagli operatori agricoli cioè da tutti i soggetti che dovrebbero adoperarsi per consentirne la corretta attuazione.
Eppure è del tutto evidente che la degradazione del suolo e quindi dell’ambiente, dipende pressoché interamente dalle attività antropiche; da una parte con l’abbandono delle aree marginali e quindi con l’abbandono della manutenzione delle sistemazioni agrarie realizzate in passato e, soprattutto, del sistema di regimazione delle acque; dall’altra parte con l’intensificazione colturale degli ultimi 50 anni che, se da un lato ha portato un incremento produttivo, dall’altro ha causato, nel lungo termine, un progressivo degrado del suolo con una drastica riduzione del contenuto di sostanza organica e con un considerevole aumento, complici i cambiamenti climatici in atto, dei fenomeni erosivi, talvolta catastrofici. Da sottolineare anche che dall’inizio degli anni ‘80 si sta verificando un decremento della capacità produttiva del suolo in oltre il 10% delle terre coltivate. A questo si aggiunge il progressivo aumento delle aree impermeabilizzate, come bene evidenziato dal recente rapporto ISPRA sul consumo di suolo. Questo è tanto più grave proprio perché agricoltura e urbanizzazione competono per l’uso degli stessi suoli: tendenzialmente i terreni a più elevata potenzialità produttiva. La FAO stima che, con questo tasso di distruzione del suolo, ci rimangano solo 60 anni residui per disporre di sufficiente suolo fertile di buona qualità.
In sostanza, manca la consapevolezza dell’importanza del suolo. Questo, essendo una risorsa nascosta (che ci sta sotto i piedi), solo in occasione di eventi catastrofici e quando i guasti sono oramai compiuti viene considerato in tutta la sua importanza. E’ chiaro che lo sviluppo sociale ed economico non può essere arrestato, ma deve avvenire nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse, valutando anche che a seguito dell’azione dell’uomo, come già detto, i migliori suoli produttivi si stanno drasticamente riducendo.
Occorrono, nell’immediato, leggi nazionali organiche sia per prevenire il consumo di suolo, sia per la sua protezione e corretta gestione. Parallelamente, grande attenzione deve essere riposta anche alla gestione delle risorse idriche, visto che l’acqua, alla luce di questi andamenti climatici, da risorsa troppo spesso diventa calamità: quando è troppa o quando è troppo poca. Emerge, quindi, la necessità immediata di un Piano quadro nazionale finalizzato, sia a recuperare e accumulare l’acqua piovana attraverso la creazione di serbatoi e vasche di espansione e laminazione delle piene, sia a recuperare la funzionalità dei numerosi piccoli e medi invasi attualmente esistenti (i “laghetti collinari” realizzati negli anni ‘60, ‘70).
La corretta gestione del suolo e delle risorse idriche rappresenta, pertanto, la sfida del futuro. Questo è il messaggio che emerge da tutti gli eventi celebrativi della giornata mondiale del suolo con lo scopo proprio di sensibilizzare l’opinione pubblica in toto in un’ottica di lungo termine se si vuole veramente avere a cuore il futuro delle nuove generazioni.