Nel 2000, nell’ambito di un progetto di ricerca sui fruttiferi tropicali e subtropicali, in un impianto di Avocado, cv Hass, alle pendici dell’Etna, è stata riscontrata una elevata infestazione del Tripide delle serre Heliothrips haemorroidalis. Gli adulti hanno il corpo lungo 1,2-1,3 mm di colore nero, con l’estremità addominale rosso-arancione e tegumento fortemente reticolato. Le zampe sono biancastre e le ali ialine. Le neanidi e le pupe, hanno il corpo giallastro.
La specie, nei nostri ambienti dove i maschi sono assenti o molto rari, si riproduce esclusivamente per partenogenesi telitoca. Ogni femmina, con il robusto ovopositore, può deporre 50-60 uova (soprattutto nel lembo fogliare, lungo la nervatura mediana) che copre con escrementi in gocce nerastre. Le neanidi vivono in gruppetti sulla pagina inferiore delle foglie, ove impupano. Nei paesi del bacino del Mediterraneo può compiere da 5 a 7 generazioni da giugno a tutto ottobre; nelle serre calde può svolgerne fino a 15. Gli adulti svernano sotto la corteccia delle piante infestate o nelle lettiere.
Originario dell’America tropicale, è ormai diffuso in tutto il mondo; con optimum di sviluppo tra i 40° Nord e 40° Sud di latitudine. Nelle aree più fredde supera l’inverno solo nelle serre calde.
Attacca un gran numero di piante spontanee e coltivate, con preferenza per Viburno, Ficus, Azalee, Croton, Limone, Avocado, The, Passiflora, Caffè, Cacao, Cotone, Cola, Mango, Palme da cocco e da datteri. I danni, che derivano dal tipo di puntura e dalla reazione delle parti attaccate, si manifestano con argentature delle foglie di Viburno; suberificazione dei frutti di Avocado e di agrumi (ruggine degli agrumi) e deprezzamento commerciale; distorsioni, arrossamenti e caduta di germogli e fiori in boccio del Gladiolo. I limitatori naturali sono rappresentati da Antocoridi predatori del genere Orius e dagli Imenotteri parassitoidi Megaphragma mymaripenne Timb. e Thripobius semiluteus Boucek.
Il suddetto Tripide, nei limoneti del messinese, è noto fin dagli anni ’50 del secolo scorso per i danni a foglie e frutti. Nelle aree urbane meridionali, le siepi di Viburno subiscono gravi alterazioni alle foglie. Considerati i danni riscontrati sui frutti di Avocado e i buoni risultati ottenuti in altri ambienti è stato messo a punto un programma di controllo biologico del fitomizo basato sull’introduzione del parassitoide T. semiluteus del quale, nel corso dei rilievi preliminari, non era stata riscontrata la presenza nella Sicilia orientale. Il ceppo di partenza è stato fornito, nel febbraio 2001, dal prof. Mineo dell’Università di Palermo che, a sua volta, lo aveva ricevuto dal prof. Viggiani, dell’Università di Napoli, il quale, nel 1995, aveva attivato un allevamento a partire da un ceppo proveniente dal Volcani Center Bet Dagan, Israel.
L’Imenottero Eulofide è stato allevato in una serra dell’allora Istituto di Entomologia agraria di Catania, su piante di Viburno precedentemente infestate da H. haemorroidalis. Il parassitoide endofago attacca le giovani neanidi nel cui corpo completa lo sviluppo; la larva matura, dopo aver abbandonato l’esuvia dell’ospite, si fissa alla foglia e si trasforma in una pupa il cui colore nero contrasta con il giallo delle neanidi non parassitizzate del Tripide. Nel mese di luglio del 2001 sono stati effettuati i primi lanci inoculativi di adulti, a Giarre, su piante di Avogado e, nel centro urbano di Catania, su Viburno. Il parassitoide si è rapidamente insediato e moltiplicato nelle due aree di lancio. Nel corso dell’autunno e dell’inverno, le infestazioni del Tisanottero non hanno superato la soglia di tolleranza. Nel biennio successivo sulle foglie, periodicamente prelevate in entrambi i siti, è stata riscontrata una sparuta presenza sia del Tisanottero che del parassitoide. Negli anni seguenti non sono state rilevate infestazioni del fitomizo e il parassitoide non è stato riscontrato. Nell’ottobre del 2018, nel centro urbano di Mascalucia (distante 10 Km dall’area di lancio di Catania), è stata riscontrata una vistosa infestazione del Tisanottero in una siepe di Viburno, le cui foglie, di tutte le piante, presentavano estese argentature. L’esame di 150 foglie ha evidenziato la presenza di numerose pupe di T. semiluteus; solo su 15 di esse erano presenti anche neanidi di H. haemorroidalis, e su 7 anche alcuni adulti. Nel mese di dicembre 2018, sulle 150 foglie esaminate, erano presenti solo poche pupe del parassitoide. Nella scorsa estate la vegetazione della siepe non presentava segni di nuove infestazioni. Il dato, rilevato a distanza di 18 anni dall’introduzione, ha confermato l’avvenuto acclimatamento del parassitoide, ed ha evidenziato la sua capacità di incrementare rapidamente le sue popolazioni allorché il suo ospite ha raggiunto elevate densità.
Foto in apertura: Viburno gravemente infestato da H. haemorroidalis.
Sotto: Pupe nere di T. semiluteus e neanidi gialle di H. haemorroidalis.