Sono già un milione i francesi che hanno visto al cinema il film, uscito da tre settimane, intitolato “Au nom de la terre”, che racconta la storia di un allevatore oberato dai debiti che si suicida. Il film non ha avuto tanto successo a Parigi quanto nelle cittadine che vivono in un contesto agricolo.
La storia è quella vera di Christian Bergeon, padre del regista Eduard, il quale aveva ripreso l’azienda familiare alla fine degli anni ’70, vivendo la crescente industrializzazione dell’attività agricola che lo aveva costretto ad indebitarsi per accrescere la produzione. Nel marzo 1999 Christian ingurgitò dei pesticidi e si uccise, forse in “un gesto simbolico – dice Eduard – visto che essi sono i prodotti simbolo di una certa industrializzazione dei campi”.
Ma la situazione oggi sembra ancora peggio: secondo dati recenti della Mutualité Sociale Agricole, un contadino al giorno decide di togliersi la vita, proprio in Francia che è la prima potenza agricola europea con 73 miliardi di euro di fatturato nel 2018, mentre le multinazionali dell’agroindustria come Lactalis macinano generosi utili.
Da La Stampa, 16/10/2019