La produzione nazionale di vino sarà di 46 milioni di ettolitri, con una riduzione del 16% rispetto all'anno scorso quando erano stati sfiorati i 55 milioni di ettolitri. E' questa la stima sulle previsioni vendemmiali presentata al ministero delle Politiche agricole da Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv) che, per la prima volta, si sono messe insieme per definire un quadro più completo. Ma anche per il 2019 resta salda la leadership mondiale del nostro paese. In Francia la produzione attesa è a 43,4 milioni di ettolitri, e in Spagna non dovrebbe andare oltre i 40 milioni.
Le perdite maggiori si contano sulle uve precoci, mentre per quelle più tardive l'evoluzione produttiva sarà legata all'andamento meteorologico di settembre. Tanto che è proprio al clima che viene imputata la responsabilità maggiore per via delle "condizioni climatiche di gran lunga meno favorevoli rispetto a quelle che avevano portato all'abbondante vendemmia del 2018". Le anomalie climatiche partono dall'inverno, quando sono state registrate temperature leggermente superiori rispetto alla norma e precipitazioni inferiori alla media. Un insieme di fattori che ha avuto nelle escursioni termiche tra il giorno e la notte la 'spinta' a una lenta ma graduale maturazione delle uve e allo sviluppo degli aromi, permettendo una buona qualità su tutto il territorio nazionale. Il clima ha avuto poi una sterzata a maggio con l'abbassamento delle temperature e le abbondanti precipitazioni che hanno causato un ritardo della fioritura e un rallentamento del ciclo vegetativo della vite. A giugno e a luglio le scarse precipitazioni hanno obbligato, in alcuni areali, ad interventi di irrigazione. Poi per quasi tutto il mese di agosto, le temperature si sono mantenute elevate, così come l'umidità, favorendo lo sviluppo della vegetazione nei vigneti. Questo tipo di fattori ha portato un ritardo della maturazione di circa dieci-quindici giorni rispetto alla passata campagna.
Per i primi giorni di settembre si stima l'arrivo in cantina di circa il 15% delle uve, mentre soltanto due anni fa si parlava già di oltre il 40%. Ad aprire la vendemmia è stata la Sicilia nella prima settimana di agosto, seguita dalla Puglia e poi dalla Lombardia (Franciacorta) nella seconda decade di agosto. Tra la fine di agosto e la prima settimana di settembre, nella maggior parte delle regioni si sono svolte le operazioni di raccolta per le varietà precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon).
da Agronotizie,12/9/2019