Sempre più sovente dobbiamo assistere a conflittualità fra pubbliche amministrazioni e cittadini (talvolta organizzati in comitati spontanei) sulla materia degli abbattimenti arborei nei parchi, giardini e pubbliche vie. Né sempre il programma di sostituzione e reintegrazione arborea indicato dal pubblico amministratore convince e soddisfa il cittadino.
La contestazione sembra muovere, generalmente, dalla convinzione che l'abbattimento si effettui nonostante il buono stato di salute della pianta, per realizzare nuove soluzioni viabilistiche improprie; altre obiezioni più dure vorrebbero colpire incompetenza o approssimazione negli appalti esterni alle amministrazioni. Altri aspetti riguardano le potature degli alberi nei parchi e nei luoghi pubblici, per i quali, ricordiamo, esistono documenti di alcune Regioni e del Ministero dei Beni Culturali (per i Giardini Storici) a cui far riferimento.
Alcuni collassi di grossi rami – pur dopo esami diagnostici sulle piante – che hanno provocato gravi episodi luttuosi, sembrano poi aver indotto gli uffici pubblici a drastiche amputazioni delle piante a salvaguardia della incolumità, deresponsabilizzando il personale preposto.
Sembrerebbe opportuno approfondire questa complessa e delicata materia in sede georgofila, riprendendo un'iniziativa assai vicina, svolta alcuni anni or sono dalla presidenza Scaramuzzi.
I temi da approfondire sono: