Alcuni dei difetti del vino, tra cui il sentore di tappo, sono causati da proteine che, attraverso nanoparticelle magnetiche, possono essere rimosse, in maniera semplice ed assolutamente sicura. Uno studio dei ricercatori dell’Università di Adelaide in Australia, ha impiegato la nanotecnologia per intervenire su singoli atomi e molecole, risolvendo una serie di problemi aromatici a livello molecolare, aprendo così la strada ad un’innovazione che, potenzialmente, potrebbe avere un impatto enorme sul settore vitivinicolo.
La ricerca condotta dall’Australian Wine Research Institute ha portato allo sviluppo di un polimero in grado di rimuovere una metossipirazina, ossia il composto che produce l’aroma di “peperone” nel Cabernet Sauvignon. Attaccando delle nanoparticelle magnetiche a questo polimero si è arrivati ad intervenire su altri sentori, attraverso un metodo di separazione magnetica capace di separare le proteine dal vino in maniera veloce ed efficiente.
I vantaggi di questo processo sono la rapidità, l’assenza di solventi, l’applicazione a basse temperature ed il fatto che non ci sia la necessità di attivare o pretrattare la superficie. Potrebbe quindi avere un futuro luminoso nel settore vitivinicolo, consentendo una gestione del vino a livello molecolare.
Le nanotecnologie avranno un impatto sostanziale sul settore vitivinicolo del futuro, specie in settori come la regolazione delle proprietà sensoriali del vino, per ottenere un gusto o una consistenza migliore, o la modifica del valore nutrizionale, offrendo potenzialmente vantaggi sia per il produttore che per il consumatore.
da: WineNews, 30/7/2019