Il mercato e il consumatore richiedono sempre più farine di qualità certificata. In Italia, c’è una capacità molitoria superiore alla necessità e quindi per abbattere i costi alcuni molini comprano farine dall’estero che immettono nel mercato a basso prezzo (0,4 euro/kg) mentre quelli più innovativi producono farine di qualità certificata con un prezzo che varia da 0,80 euro/kg o superiore all’euro. Queste farine vengono chiamate “Gran Riserva” e sono garantite dall’ ente certificatore CSQA. Si trovano in diverse tipologie (integrale, tipo 0, tipo 1 e manitoba emiliano) e vengono prodotte con il miglior grano tenero italiano nel triangolo Ferrara, Bologna e Modena e solo in campi protetti, lontani da inquinamento e contaminazione. I coltivatori devono accettare un “rigido disciplinare” e sono assistiti in ogni fase da agronomi.
Il grano viene stoccato nei silos raffreddati con aria, dove la temperatura in estate scende fino a 15 gradi. Le analisi iniziano prima dello scarico. Si controlla l’assenza della micotossina “vomitossimna” (DON) in un laboratorio con strumenti all’avanguardia ma dove è presente anche “il tavolino caldo “, un setaccio in cui il grano viene posto su una fonte di calore in modo che gli insetti cercano di saltare via e vengono subito individuati.
Poi ci sono le operazioni di macinazione e separazione completamente automatizzate. Il magazzino può contenere 6.000 bancali da 11 quintali con ossigeno al 14%.
Questa innovativa realtà aziendale ha iniziato a produrre anche alcune novità come la farina di grano saraceno che matura in solo 4 mesi ma con una resa di solo 25 quintali/ha (rispetto al grano che rende 70 q/ha), e sta lavorando anche su farine di legumi, come ceci, fave e fagioli sempre più richieste dal mercato.
da: La Repubblica – Affari&Finanza, 8/7/2019