Le alghe, già utilizzate nella cucina giapponese, sono considerate una delle più complete fonti naturali di vitamine e minerali, di aminoacidi, di antiossidanti e di acidi grassi essenziali. Importanti studi degli ultimi anni hanno anche dimostrato che i derivati solforici dei polisaccaridi delle alghe hanno spiccate proprietà antimicrobiche, tanto da proporne l’uso in alimentazione animale al posto dei giustamente vituperati antibiotici.
Studi recenti di ricercatori tedeschi, americani e svedesi hanno inoltre dimostrato che l’introduzione di alghe e microalghe nella dieta delle bovine riduce la quantità di metano emesso. Quest’ultima caratteristica dietetica sostiene da sola l’importanza dell’impiego delle alghe nell’alimentazione dei ruminanti, dal momento che il metano è uno dei gas serra a maggior impatto ambientale negativo: è venti volte più inquinante della anidride carbonica, a parità di concentrazione.
Le alghe marine possono essere suddivise in tre gruppi: le brune, le rosse e le verdi. Nonostante le differenze filogenetiche, tutte hanno in comune le complesse strutture dei polisaccaridi che contengono, responsabili delle attività biologiche nei riguardi degli animali e dell’uomo. La complessità e la reattività dei polisaccaridi delle alghe sono dovute alla natura dei monosaccaridi che li compongono, che sono diversi e talvolta rari, come gli acidi uronici, lo xilosio ed il ramnosio ed alla varietà dei legami glucosidici della loro struttura ramificata con la presenza di gruppi solforici.
Per quanto riguarda i principali tipi di polisaccaridi, si distinguono: i fucani delle alghe brune, l’agar ed i carragenani delle alghe rosse e gli ulvani delle alghe verdi. Ciascuno di questi polisaccaridi presenta caratteristiche molecolari specifiche che ne determinano le proprietà biologiche e la reattività.
Berri et al. (2016) hanno dimostrato che le alghe verdi della specie Ulva contengono degli immunomodulatori che possono stimolare l’espressione genetica di diversi immuno mediatori nei suini e nei polli. Gli ulvani stimolano anche l’escrezione delle proteine della mucina, importanti nella funzione della barriera della parete intestinale, baluardo naturale per sostenere la sanità dell’ambiente intestinale, specie nelle prime fasi di vita.
La stampa specializzata ci informa che il peso commerciale delle vendite di alghe nel mondo è stato di più di 4 miliardi di dollari nel 2016 e si prevede che possa raggiungere i 10 miliardi di dollari nel 2024. Il continente asiatico la fa da padrone, come è immaginabile. Più vicino a noi, una compagnia britannica delle Ebridi, la Hebridean Seaweed Company, sta incrementando la sua produzione di integratori per alimentazione animale e umana, ammendanti per il suolo e prodotti cosmetici, a partire dalle alghe marine. I responsabili della Compagnia assicurano che la raccolta delle alghe viene fatta con tutti i crismi della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente, tagliando solo la parte più alta delle piante, in modo da permetterne una rapida ricrescita. Nell’impianto sulla terra ferma, la massa delle alghe raccolte viene essiccata e macinata per essere commercializzata come farina.