È il sogno di tutti: dimagrire mangiando. L’idea del cibo a calorie negative, ovvero di un alimento che faccia consumare, più calorie di quante ne fornisca al nostro organismo, è uno dei capisaldi della «dietologia magica». Lo sanno bene gli imbonitori televisivi, che vendono integratori capaci di far dimagrire mangiando tutto ciò che ci piace Chi crede in questa leggenda pensa esistano alimenti a contenuto calorico così basso che l’atto stesso di mangiarli (masticazione, assimilazione e digestione) farebbe consumare più energie di quelle apportate dallo stesso alimento. I più famosi tra questi magici cibi sono mele, cetrioli, finocchi, pompelmo, broccoli, lattuga e il sedano. Tutti alimenti caratterizzati da un alto contenuto di acqua e fibre e da pochi (o addirittura inesistenti) grassi.
Un recente test su una bizzarra lucertola onnivora, la Pogona Vitticeps, conosciuta come «drago barbuto dalla testa striata», sembrerebbe mettere la parola fine al mito delle calorie negative perché, anche se può sembrare strano, questo animale ha un metabolismo simile a quello umano. I ricercatori del Dipartimento di Scienze biologiche dell’Università dell’Alabama hanno alimentato nove lucertole con sedano e hanno analizzato l’energia persa per tutto il processo, dall’ingerimento alla digestione, calcolando anche l’energia che gli animali hanno perso per l’espulsione delle feci e delle urine. Insomma, anche mangiando un dietetico gambo di sedano il bilancio tra calorie guadagnate e calorie spese si conclude comunque con un «+24 % di calorie guadagnate».
Ma anche se il risultato di questo curioso esperimento ci ha tolto molte illusioni, non significa che il sedano non sia utile per dimagrire. Le calorie di un etto di questa verdura sono molte meno rispetto a quelle della grande maggioranza degli altri alimenti. Possiamo tradurre il concetto di “cibi a calorie negative” in “cibi a bassa densità energetica”. «Vi appartengono tutte le verdure ricchissime di acqua e fibra e poverissimi di energia. Quindi bisogna mangiarne in abbondanza, non perché facciano “bruciare di più” ma perché, essendo poco dense apportano cibi voluminosi, con calorie molto diluite e con fibre utili a far funzionare al meglio i nostri batteri intestinali amici».
da: Corriere della sera, 19/6/2019