La PIF (
precision livestock farming) è un insieme di tecniche d’allevamento rivolte alla maggiore efficienza produttiva. Viene applicata agli allevamenti di mucche da latte, bovini da carne, suini e avicoli. Necessita di dispositivi tecnologici collegati a un computer che elabora dati e applica algoritmi. La PIF usa sensori collocati nella stalla, collari o pedometri applicati agli animali, rilevatori collegati ad incubatrici o a poste di mungitura, telecamere. A seconda della tipologia di allevamento, con questa tecnica, è possibile conoscere in tempo reale dati produttivi e comportamentali relativi al singolo animale (tempi di riposo, movimento, temperatura corporea, alimentazione, accrescimento corporeo, tempo di ingestione, performance di mungitura, calore e tasso di gravidanza, postura, approssimarsi al parto). L’allevatore è detentore e utilizzatore di tutte le informazioni che l’animale genere 24 ore al giorno con il proprio comportamento e può controllare quale sia il momento migliore per la fecondazione o cogliere in anticipo l’insorgenza di una patologia.
Un po’ quello che facciamo noi umani con gli apparecchi elettronici sportivi che monitorano l’attività sportiva e il nostro stato di salute (battiti cardiaci, calorie consumate, peso corporeo.
Il nostro essere connessi si incrementa nel tempo e nel numero di dispositivi (navigatore satellitare, elettrodometici intelligenti, pc e tablet, smartwatch, Iphone, ecc.). Si tratta di apparecchi che raccolgono e trasmettono informazioni generate dai nostri comportamenti ordinari e che consentono come la zootecnia di precisione non solo un enorme risparmio di tempi e costi, ma anche una maggiore precisione nella gestione efficiente dell’allevamento e in termini di sostenibilità.
da Corriere Innovazione, 31/5/2019