«Nei primi due mesi dell'anno, constatiamo un calo del 2% della produzione lattiera, pari a 1,5 milioni di tonnellate in meno nelle cinque più grandi regioni del globo: la Nuova Zelanda (che da sola realizza un terzo delle esportazioni mondiali), l'Unione europea, gli Stati Uniti, l'Australia e l'Argentina, che assicurano tra l'80 e l'85% delle vendite mondiali di latte», ha spiegato l'agro-economista Gérard You al quotidiano francese Le Figaro.
Ragioni climatiche (siccità o eccesso di umidità) ma anche strutturali (l'aumento del prezzo dei cereali) spiegano il calo, che oltretutto coincide con il fatto che la domanda di latte è in forte crescita, soprattutto in Asia, dove le importazioni fra il 2010 e il 2012 sono aumentate del 33%.
Visto che gli stock mondiali sono ai minimi, si prevede una penuria nei prossimi mesi, pari a circa 4 milioni di tonnellate, secondo gli esperti. Bisognerà attendere la primavera australe, che coincide con il picco di produzione annuale della Nuova Zelanda, per vedere se la produzione aumenterà. Nel frattempo i prezzi sono in rialzo. Una buona notizia per gli allevatori, meno per i consumatori.
Da Italia Oggi, 20/04/2013