L ‘olivicoltura pugliese costituisce, con oltre 35% della produzione nazionale e 700 milioni di fatturato, una realtà economico- sociale significativa dell’ olivicoltura nazionale, presenta però alcune criticità strutturali ,come la presenza indifferenziata del prodotto sul mercato, la scarsa concentrazione dell’offerta, l’insufficiente valorizzazione del prodotto, l’ esportazione limitata e i costi di produzione delle imprese olivicole non sostenibili . Presenta un punto di forza che è costituto dalla elevata qualità di gran parte dell’olio prodotto, in particolare della varietà “Coratina” che però non è sufficientemente valorizzato. Un fattore negativo è costituito dalla presenza sul mercato locale di olio extravergine di oliva contraffatto, spesso trattasi di olio oliva e di olio lampante importato da Spagna, Grecia e Tunisia a prezzi di 0,50- 0,20 euro /Kg, trattati, imbottigliati e commercializzati come olio extravergine di oliva pugliese e venduti sul mercato al consumo anche a prezzi molto bassi, fino a 2 - 2,5 euro /kg. Poi c’è l’olio di semi , che con aggiunta di coloranti e betacarotene, viene commercializzato come olio extravergine di oliva, l’adulterazione altera l’aspetto e il colore senza modificare le qualità organolettiche. A queste problematiche del mercato si aggiungono gli elevati costi di produzione che gli olivicoltori pugliesi sostengono da tempo che per l’olio extravergine di oliva si aggirano intorno a 3,00-3,50 euro/kg ,mentre il prezzo di vendita obiettivo dovrebbe attestarsi a non meno di 5,00 euro/kg. In realtà il prezzo medio annuo registrato dalla Camera di Commercio di Foggia nel 2012 è stato per il DOP- di 3,50 euro/kg.
Cosa fare? agire a livello legislativo, sulla “tracciabilità “ed “etichettatura”, sull’esempio della Legge 7 agosto 2012 art.43 di conversione del D.L. n.83 del 22 giugno 2012. che prevede il. potere sanzionatorio per la tutela del Made in Italy per cui l’olio extravergine di oliva etichettato “italiano” deve avere un contenuto massimo di 30 mg/kg di metil esteri ed etil esteri degli acidi grassi minore o uguale a 30 mg/kg e dove per l’effettiva origine si intende il luogo di coltivazione della materia prima agricola utilizzata nella produzione e nella preparazione dei prodotti e il luogo in cui è avvenuta la trasformazione sostanziale.
Importante è incidere sui costi di produzione delle imprese agricole, in particolare puntando sulla “potatura minima di produzione” per formare una chioma globosa “a vaso policonico”, attenuare l’alternanza e incrementare le rese, fino ad una media non inferiore a 5.5 q.li di olio/ha, soglia minima di convenienza per la coltivazione dell’olivo in Puglia.