La difesa delle piante dagli organismi nocivi è un argomento di stringente attualità per numerosi motivi. Da un lato i crescenti scambi commerciali (e movimenti turistici) favoriscono la diffusione di patogeni e parassiti, complicando sempre più il quadro sanitario delle nostre specie coltivate e forestali. I ritmi di importazione di agenti alieni sono cresciuti negli ultimi decenni in maniera impressionante. Le conseguenze sono devastanti sia per gli aspetti economici (ne sono drammatici esempi recentissimi l’introduzione della batteriosi dell’actinidia (“cancro” da Pseudomonas syringae pv. actinidiae), quella del “cimicione” del pino (Leptoglossus occidentalis) e quella della Diabrotica del mais, sia per le conseguenze sul paesaggio, come nel caso del “punteruolo rosso” delle palme (Rhynchophorus ferrugineus) e del “cancro colorato” del platano (Ceratocystis platani), che stanno portando a rischio di estinzione i loro ospiti da vasti territori. Le modalità di “trasporto” di questi nemici sono infinite e non si limitano al “semplice” trasferimento di piante infette o infestate. Il tutto va letto anche nell’ottica dei profondi mutamenti che stanno caratterizzando il “global change”.
Dall’altro lato troviamo le sempre più stringenti normative finalizzate a garantire la sicurezza dell’operatore, del consumatore e dell’ambiente in relazione all’impiego di agrofarmaci. L’arsenale chimico odierno è profondamente diverso (meno prodotti, e più garantiti) da quello del passato, anche recente. E’ del 1 marzo di quest’anno l’emanazione del regolamento 283/2013 della Commissione Europea, un documento che riguarda l’aggiornamento della lista degli studi da presentare nel dossier registrativo sia per ottenere una nuova autorizzazione che per rinnovarla.
Elemento centrale di questo rinnovato quadro operativo è il PAN, Piano d’Azione Nazionale per l’uso “sostenibile” dei prodotti per la difesa delle piante, recepimento di una specifica direttiva europea. Al momento una articolata bozza è stata sottoposta a pubblica discussione (circa duemila sono state le osservazioni e le richieste di modificazioni) e si stanno cercando momenti di convergenza per rispondere alla necessità di coniugare le esigenze dei numerosi portatori di interesse. Tutti gli aspetti della filiera relativa alla difesa delle piante sono coinvolti, dalla meccanica alla modellistica. Il ruolo dei mezzi di informazione è cruciale, e spesso i mass media veicolano notizie non sufficientemente supportate da adeguate basi conoscitive, se non addirittura del tutto fantasiose. La comunità scientifica è chiamata a fornire competenze sempre più aggiornate ed approfondite; allo stesso momento il sistema formativo universitario è coinvolto per formare figure professionali all’altezza delle aspettative. Ad esempio, ormai siamo consci che la salute di una pianta è molto più che la situazione contraria della malattia, così come intesa in Patologia vegetale: si dovrebbe parlare di “benessere vegetale”. E non si dimentichi che, come riaffermato dal recente rapporto FAO, The State of Food and Agriculture, è il settore primario lo strumento più efficace che il pianeta possiede per ridurre fame e povertà.
Nella giornata di studio, organizzata dalla Sezione centro Ovest dell’Accademia dei Georgofili, che ha visto in veste di relatori docenti universitari, dirigenti di industria e responsabili ministeriali, sono stati forniti gli elementi conoscitivi, scientifici e tecnici, utili a avviare un dibattito mirato a approfondire le prospettive della materia.