Entro il 2013 la Commissione Europea presenterà specifici criteri scientifici per stabilire, prima di autorizzarne l’immissione in commercio, se un fitofarmaco determina effetti negativi sulla salute umana in attuazione di quanto stabilito dal reg. CE 1107/2009. I criteri generali sono attualmente in fase di elaborazione presso la Direzione Generale Ambiente e dovrebbero essere pubblicati a maggio 2013. L’ultima versione dei criteri per la valutazione dell’impatto di una sostanza attiva, stabiliti dalla DG Ambiente rischia di ridurre drasticamente la disponibilità di fitofarmaci in Europa determinando, così, un impatto sul settore agricolo, molto più ampio di quanto ci si aspettava al momento in cui è entrato in vigore il reg. CE 1107/2009. L’aumento delle malattie fungine avrà un impatto negativo sulla bilancia commerciale in quanto l'Europa rischia di veder diminuite le proprie esportazioni di grano e di registrare un netto aumento delle importazioni. Oltre a danneggiare le imprese agricole, ciò comporterà un aumento dei prezzi del pane e della pasta ed anche riduzione negli standard di qualità creando ripercussioni notevoli nell'agroalimentare italiano. L'aumento delle importazioni di grano comporterà anche un aumento dei prezzi della carne di maiale e del pollame nei supermercati.
Anche sul piano ambientale, le conseguenze non potranno che essere negative. Con la riduzione del controllo delle malattie delle colture, la quantità di grano prodotto, a parità di acqua e azoto applicati, si ridurrebbe notevolmente. Di conseguenza, aumenterebbero gli effetti negativi delle emissioni di gas per tonnellata di grano in atmosfera. A livello europeo si stima che circa l’80 per cento dei fungicidi non potrebbe più essere impiegato. L’impatto su colture importanti come cereali, patate ,colza e vite sarebbe tra il 10 e il 20 % e anche di più nel periodo estivo, con perdite fino al 50 % nelle annate nelle quali le patologie fungine delle piante sono più aggressive.
Da notiziario A.S.A. – 8/04/2013