Osservare, Descrivere, Migliorare. Entro questi tre parametri si colloca l’attività dei Georgofili in rapporto al territorio.
Per migliorare occorre conoscere e la conoscenza per gli agronomi e botanici dei secoli passati significava innanzitutto osservare e ratificare con la scrittura le osservazioni.
Ecco allora che le relazioni di viaggio, le guide, le note descrittive che qua e là compaiono nelle Memorie dei Georgofili, costituiscono per lo studioso di oggi un mezzo efficacissimo per avvicinarsi alla Toscana di ieri, una Toscana magari scomparsa e di cui quelle relazioni, quelle guide, quelle notazioni, costituiscono probabilmente l’unica testimonianza.
Lo studio compiuto sui documenti manoscritti e a stampa dell’Accademia vuole essere una proposta per la comprensione di quel mirabile atteggiamento che ebbero i Georgofili di ‘700-‘800, i quali seppero cogliere lo stretto e imprescindibile legame fra il miglioramento dell’agricoltura, a cui tesero per vocazione, e l’assetto del territorio.
Territorio che non solo venne ampiamente descritto in studi, trattati e memorie, ma anche rappresentato avvalendosi di esperti ingegneri, geografi e fini incisori che seppero tradurre quanto scritto attraverso un’ iconografia.
Una sezione della mostra è dedicata ai lavori di studenti del Corso di Laurea in Architettura del Paesaggio, realizzata nell’ambito del Seminario di Storia dell’agricoltura e del paesaggio sul tema Valdinievole, giardino di Toscana.
Per questa mostra è stampato il Catalogo (Edizioni Polistampa), che riporta una introduzione del prof. Franco Scaramuzzi, presidente dell’Accademia dei Georgofili.
La mostra resterà aperta fino a venerdì 19 aprile 2013, dal lunedì al venerdì dalle ore 15 alle 18, con ingresso libero.
Immagine di copertina: Saverio Manetti, “Progetto per render fruttifero il territorio dell’Osmannoro” – 5 agosto 1767 (Archivio dei Georgofili)
Foto sotto: Ferdinando Morozzi, “Dello stato antico e moderno del Fiume Arno” – Firenze, 1762 (Biblioteca dei Georgofili)