Nell’ambito del quadro di sicurezza alimentare tra Italia e Cina è stato firmato il protocollo che consentirà l’accesso al mercato cinese di carne suina congelata dall’Italia. Infatti, la Cina ha un grosso problema con l’allevamento suinicolo e se non si troverà risposta in fretta, potrà tramutarsi nella prima crisi alimentare a livello globale. Nel silenzio più totale, sin dall’agosto 2018 quando si sono registrati i primi casi, la Cina ha vissuto l’esplosione di ben 116 focolai di febbre suina di origine africana, malattia non pericolosa per l’uomo, ma letale per i maiali. L’allarme non è rimasto circoscritto alla Cina, ma negli ultimi mesi l’epidemia si è espansa alle nazioni asiatiche vicine, come Cambogia e Vietnam, a loro volta altri grandi consumatori di carne di maiale.
Come confermato dai dati di metà marzo, i prezzi nel comparto sono saliti già al massimo proprio a causa della quantità di animali uccisi o destinati all’abbattimento per il diffondersi molto rapido dell’epidemia di febbre africana.
E’ stato il governo cinese ad ammettere lo scorso gennaio che la popolazione suina aveva patito un calo del 13% su base annua, che si traduce nella morte di 55,9 milioni di suini circa. Ad oggi quel numero è raddoppiato, raggiungendo quindi i 100 milioni di capi morti o abbattuti forzatamente. La Cina, quindi, si è tramutata nel più grande importatore di suini al mondo.
A questo allarme sanitario, si aggiungono le alluvioni torrenziali che hanno colpito, sul finire del mese di marzo, lo Stato del Nebraska con la perdita di oltre un milione di vitelli, dato confermato dal ministro dell’Agricoltura statunitense. Insomma, dopo quella suina, anche la carne bovina potrebbe conoscere un’impennata dei prezzi, quanto meno negli Stati Uniti in prima istanza.
da businessinsider.com, 10/4/2019