I “Distretti in agricoltura” - macro-categoria che raccoglie Distretti rurali, agroalimentari di qualità, agroindustriali, sistemi produttivi e distretti produttivi - sono uno strumento di gestione dei territori rurali in grado di promuovere uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale nel contesto dell'applicazione della PAC e di altre politiche europee?
Se si, quale forma di organizzazione e gestione debbono o possono assumere (governance) per evitare di divenire un livello istituzionale e burocratico aggiuntivo ai numerosi già esistenti?
Questi sono i quesiti ai quali una giornata di studio, che si è svolta all’Accademia dei Georgofili lo scorso 11 gennaio 2013, ha inteso dare risposte sulla base dei risultati di due ricerche (svolte sotto il coordinamento del Prof A. Pacciani, Presidente del laboratorio GAIA dell'Accademia dei Georgofili), ancora in fase di approfondimento: una sull'analisi di alcune significative esperienze italiane e di altri paesi europei (Francia, Spagna, Belgio e Lussemburgo), presentata nella mattinata con il coordinamento dell’ Accademico Michele Pasca Raymondo, e l'altra, di carattere più metodologico, presentata nel pomeriggio, i cui risultati sono contenuti nel volume della Dr.ssa Daniela Toccaceli “Dai distretti alle reti? I distretti in agricoltura nell'interpretazione delle Regioni e le prospettive verso il 2020”, Rete Rurale Nazionale (reperibile on-line nel sito
www.reterurale.it).
Il quadro giuridico di queste esperienze (distretti, reti di imprese, gruppi di azione locale) che presenta ancora elementi non completamente definiti, è stato analizzato dal Prof. F. Albisinni anche in relazione alla normativa della gestione dei fondi della PAC.
E' emerso un quadro molto variegato in relazione alla diversità delle identità dei vari territori dal punto di vista geografico-ambientale, istituzionale, storico e culturale, posto che la consapevolezza di questi aspetti da parte degli attori locali è premessa per la nascita di un'esperienza di sviluppo locale specifico.
Malgrado le differenze di situazioni, è stato possibile individuare alcune parole chiave che potrebbero essere considerate come l'ossatura di una metodologia comune a tutti i casi studiati: identità locale, partecipazione, partenariato, progettazione integrata, formazione ed informazione, governance.
Elemento fondamentale è risultato essere il ruolo dei soggetti privati accompagnato dall'intervento di promozione e supporto delle istituzioni locali attraverso forme di contratti che, evitando di divenire un sovrastruttura burocratica, regolano questi rapporti in vista degli obiettivi condivisi. Su questa linea si è collocato l’intervento della Dr.ssa Graziella Romito, Dirgente Mipaaf, che ha presentato il posizionamento italiano rispetto alla riforma della politica di sviluppo rurale.
L’Assessore all'Agricoltura della Regione Toscana, G. Salvadori, ha ripreso molte delle argomentazioni della giornata e ha ribadito il ruolo centrale dell'agricoltura per il superamento della crisi economica ed ambientale dei territori rurali e ha sottolineato l’importanza dei distretti in tale contesto.
Le conclusioni della giornata e le prospettive dei distretti in agricoltura in relazione ai regolamenti comunitari che definiranno la nuova politica agricola europea ed il suo finanziamento sono state illustrate dal Prof. P. De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento.
(Foto: David Glauso)