E' nata nei laboratori dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Pontedera (Pisa) la prima "pianta robot" che cresce arrampicandosi come un viticcio. Al ''plantoide'' ha lavorato l'équipe di Barbara Mazzolai del Centro di Micro-BioRobotica. Lo studio, pubblicato sulla rivista
Nature Communications, apre la strada a una futura generazione di dispositivi in grado di cambiare forma. E' ispirata ai meccanismi naturali con cui le piante sfruttano il trasporto dell'acqua al loro interno per muoversi, chiamato 'osmosi', ossia la presenza di particelle presenti nel liquido (citosol) presente nelle cellule della pianta.
Il primo robot pianta si arrampica come un viticcio. Il corpo del viticcio artificiale è stato realizzato con un tubo flessibile di PET (un comune polimero spesso usato anche per contenere alimenti), all’interno del quale è presente un liquido con ioni che vengono attirati e immobilizzati sulla superficie di elettrodi flessibili alla base del viticcio, dando vita a un processo osmotico e causando, così, il movimento del liquido stesso, da cui lo srotolamento del viticcio artificiale. L’arrotolamento si ottiene rimuovendo l’effetto della batteria, sfruttando il circuito elettrico in cui essa è inserita.
È la prima volta che si sfrutta l’osmosi e altri meccanismi fisiologici delle piante per azionare movimenti reversibili. Il gruppo di ricerca è coinvolto nel progetto GrowBot, finanziato dalla Commissione Europea che prevede lo sviluppo di un robot che, non solo sia in grado di riconoscere le superfici a cui attaccarsi o i supporti a cui ancorarsi, ma riesca a farlo mentre cresce e si adatta all’ambiente circostante.
da: Il Giornale, 28/3/2019