In uno studio pubblicato sulla rivista
Environmental Research Communications dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iia), si osserva come le variazioni meteo-climatiche svolgano un ruolo primario nell’influenza dei flussi migratori dalla fascia africana del Sahel all’Italia. I ricercatori si sono concentrati sul periodo 1995-2009, precedente alle primavere arabe e alla crisi siriana, escludendo così conflitti recenti ed evidenziando meglio eventuali incidenze climatiche.
In questo contesto appare interessante valutare quantitativamente l’influenza dei cambiamenti climatici sulle migrazioni dalla fascia africana del Sahel all’Italia, che rappresentano circa il 90% degli ingressi sul nostro territorio dalla rotta mediterranea. E’ stato utilizzato un modello lineare abbinato a un sistema a rete neurale, recentemente sviluppato dal CNR, in grado di evidenziare cambiamenti non graduali ed effetti del superamento di determinate soglie nelle variabili meteo-climatiche. Con questo modello è stato possibile focalizzare la variabilità nelle correnti migratorie verso l’Italia, prendendo in considerazione i soli dati meteo-climatici, per causa diretta e per influenza sull’ammontare dei raccolti annuali.
L’agricoltura rappresenta quindi un collegamento tra cambiamenti climatici e migrazioni. Raccolti poveri ed eventuali carestie, congiuntamente alle ondate di calore durante la stagione di crescita, amplificano il fenomeno migratorio.
Il fattore dominante che ha indotto queste migrazioni sembra essere però la temperatura, tanto da far pensare che il superamento di una soglia di tolleranza termica, umana ed animale, possa avere un ruolo primario sulle variazioni dei flussi migratori. Oggi verifichiamo che i paesi africani sono molto vicini a queste soglie. I risultati modellistici rappresentano ovviamente un primo passo verso studi più ampi, che possano vedere la collaborazione con scienziati sociali per una valutazione più completa di tutti i fattori che influenzano le migrazioni. Questo studio può essere preso in considerazione dal mondo della politica, affinché anche in Africa si adottino strategie doppiamente vincenti, come il recupero di terreni degradati e desertificati, che possano condurre a mitigare il riscaldamento globale e, nel contempo, a creare situazioni che prevengano il triste fenomeno delle migrazioni forzate.
Comunicato Stampa CNR, 25/3/2019