Il settore ovino da latte è in forte crescita sia in Europa che nel resto del mondo. Il latte ovino è remunerato ad un prezzo superiore rispetto alla Sardegna sia in gran parte delle regioni italiane che in Grecia, Spagna e Francia. Non esiste un problema di saturazione dei mercati dei formaggi ovini, salvo che per il pecorino Romano in caso di eccedenza. Il consumo di prodotti lattiero-caseari ovini è in crescita in tutto il mondo, in particolare per quelli freschi od a breve stagionatura.
Gli allevatori sardi, a cui esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà, in questi decenni hanno fatto progressi enormi, modernizzando le loro aziende, migliorando le produzioni foraggere e le tecniche di alimentazione degli animali, costruendo stalle moderne ed impianti di mungitura meccanica, migliorando notevolmente la qualità sanitaria ed organolettica del latte. Anche le più efficienti, però, hanno costi di produzione del latte non inferiori a 0,7-0,8 € per litro, nettamente superiori al prezzo attuale del latte.
Purtroppo il mercato del latte ovino sardo è attualmente caratterizzato da uno sbilanciamento a favore delle aziende casearie private, molto più coese del sistema delle cooperative. Ciò influenza notevolmente il prezzo di mercato del latte, basato prevalentemente sul valore del Pecorino Romano anche per quelle aziende casearie che non ne producono.
D’altra parte è importante ricordare che molte aziende casearie private della Sardegna hanno grandemente contribuito allo sviluppo del settore ovino. Certamente, però, la loro forza deve essere bilanciata da cooperative altrettanto forti, in maniera da rendere il sistema sardo di nuovo vincente. Le cooperative di allevatori ovini, che lavorano quasi due terzi del latte prodotto in Sardegna e gran parte del Pecorino Romano, potrebbero avere un ruolo determinante nell'affrontare le sfide dei sistemi lattiero-caseari moderni. Ad esse è però richiesto un cambio di passo per riuscire a produrre ricchezza e valore per gli allevatori soci, diversificando e destagionalizzand le produzioni e non orientandole prevalentemente su un solo prodotto, facendolo vendere ad altri. Per questo è necessaria l'entrata nel sistema di figure specializzate nella gestione aziendale, nella trasformazione, nella creazione di nuovi prodotti ad alto valore aggiunto e nella esplorazione degli attuali e dei nuovi mercati. Nella nostra Isola si formano laureati eccellenti, moltissimi sono figli di allevatori, che hanno grande successo nel mercato del lavoro privato, anche nazionale ed estero. Queste forze nuove ad alta specializzazione dovrebbero essere protagoniste negli organi gestionali e tecnici di tutta la filiera ovina.
Bisogna inoltre favorire la cooperazione, e non la competizione, tra le imprese di trasformazione, cercando di affrontare il mercato con intenti e strategie comuni, per evitare lo svilimento del prezzo dei prodotti caseari sardi. Anche le associazioni di categoria debbono fare la loro parte, promuovendo, tramite i loro associati, il salto di qualità nelle competenze manageriali delle cooperative.
La coesione tra allevatori che è scaturita da questa drammatica situazione sta dimostrando che l'obiettivo da raggiungere non è quello di avere ulteriori sussidi dalla Regione Sardegna, che spesso riducono la capacità competitiva del sistema. E’ invece tempo di agire per modificare in maniera strutturale il settore ovino, spingendolo ad affrontare le sfide di un mercato sempre più promettente, nel quale il successo deriva dalla coesione e competitività di tutta la filiera.
I docenti, il personale tecnico, gli assegnisti di ricerca ed i dottorandi della Sezione di Scienze Zootecniche, Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Antonello Cannas
Giuseppe Pulina
Giancarlo Rossi
Nicolò Macciotta
Pier Gacomo Rassu
Anna Nudda
Corrado Dimauro
Gianni Battacone
Alberto Atzori
Fabio Correddu
Antonio Fenu
Antonio Mazza
Gesumino Spanu
Roberto Rubattu
Alessandra Marzano
Mondina Lunesu
Antonello Ledda
Francesco Lai
Silvia Carta
Maria Rita Mellino
Maria Usala
Alberto Cesarani
Dimitris Sioutas