Il tema del momento è l’analisi costi benefici. Senza entrare nel metodo
e nel merito delle conclusioni del gruppo di lavoro istituito a
supporto delle decisioni sulla Tav Torino-Lione, vorremmo proporre
qualche considerazione su questo strumento. L’analisi costi-benefici, in
italiano definita “costi-ricavi”, fa parte di un insieme di metodologie
di valutazione economica utilizzate, in genere, per le opere pubbliche o
che, comunque, fruiscano di contributi pubblici. La semplicità,
apparente, della sua denominazione ne lascia intendere i contenuti. Si
tratta di confrontare l’insieme dei costi da sostenere per realizzare
una certa opera con quello dei ricavi o benefici, diretti ed indiretti,
che ne deriverebbero. Se è semplice comprendere la logica che la guida,
le cose si complicano nel momento in cui si deve passare alle necessarie
valutazioni. Per definizione queste sono numerose e devono essere
minuziosamente sviluppate. Sin qui nulla di particolarmente complesso,
ma il fatto è che queste opere hanno tempi in genere non brevi per la
realizzazione e, soprattutto, producono benefici tangibili e
intangibili, variabili nel tempo e distribuiti su lunghi periodi. Si
pone perciò il problema di confrontare valori che non sono
contemporanei, alcuni noti o ben prevedibili, altri da stimare con
grande anticipo e enorme prudenza. Mentre infatti i costi sono
valutabili abbastanza facilmente e si verificano di solito in un arco di
tempo breve rispetto alla durata dei benefici, questi lo sono molto
meno sia per la loro distribuzione nel tempo sia per le loro
caratteristiche. Quelli non monetari, in qualche caso sono prevalenti.
Occorrono dunque più livelli di stima e più valutazioni di natura
diversa, ma la discrezionalità rimane elevata e dominante.
L’analisi
si utilizza in fase preliminare per fornire il necessario supporto alle
decisioni da assumere. Ciò vale in particolare per le opere di interesse
pubblico. Ma non è una novità,“nihil sub sole novi”, poichè è molto
simile al giudizio di convenienza economica utilizzato sin dagli anni
’30 con la bonifica integrale e usato ordinariamente in estimo e in
economia agraria. I problemi come la scelta del tasso di interesse, le
modalità per rendere confrontabili valori che non sono contemporanei, la
distanza nel tempo fra costi e ricavi sono gli stessi e ben noti a chi
ci legge. Un miglioramento fondiario o l’impianto di un vigneto sono
casi relativamente semplici, i costi sono noti e quantificabili e anche i
ricavi, in prevalenza monetari, determinabili con una buona precisione.
Diverso è il caso di grandi infrastrutture come la Tav. I benefici sono
in gran parte di natura extra economica e si verificano in periodi di
tempo molto lunghi. La durata scelta per sé è in grado di mutare il
giudizio finale. Ciò rende particolarmente complessa, aleatoria e
discrezionale la scelta dei tassi di interesse o il valore da assegnare
ai singoli “benefici”.
L’analisi si usa per due finalità: a) la
valutazione preliminare alla decisione politica della validità di
un’opera, b) la scelta fra modalità alternative di realizzazione di
un’opera già decisa. È propedeutica alle decisioni in entrambe le
situazioni, ma non le determina direttamente poiché questo compito è
affidato ai decisori che agiscono secondo una volontà politica.
Il
metodo in sé non è “scientifico”, come si sente dire, né univoco nella
scelta dei parametri, dei valori assegnati, dei tempi considerati.
L’impiego
per la Tav, poi, è peculiare: si interviene in un momento intermedio
fra una decisione già adottata e in esecuzione e la fine delle opere,
quando si manifesteranno i benefici. Il fine dell’esercizio che
condiziona le modalità esecutive dello studio non è chiaro.
Non si
può assegnare al risultato il compito di decidere, tanto più nel caso di
un’opera in corso. Quel compito spetta esclusivamente alle scelte
politiche ed economiche che toccano ai decisori politici. Questa analisi
e altre analoghe forniscono ulteriori elementi di conoscenza, meglio
disporne, magari in vista del futuro monitoraggio dei risultati che in
genere non si fa.
Senza dimenticare oggi che la responsabilità della scelta è un’altra cosa.