Il consumo di mirtilli in Italia e in Europa è in forte crescita e rappresenta una ottima opportunità per gli agricoltori italiani.
La Fondazione Edmund Mach sta lavorando al miglioramento genetico di questo arbusto nelle sue diverse varietà: il mirtillo gigante americano (
Vaccinium corymbosum), il mirtillo nero nostrano (Vaccinium myrtillus) e il
Vaccinium darrowii, originario del Sud degli Usa.
L’obiettivo è quello di selezionare varietà che siano migliori sotto il profilo del sapore, della consistenza e della conservabilità.,
La shelf life ottimale del mirtillo deve mantenere inalterate quanto più possibile le sue caratteristiche per tre settimane o anche un mese. Questo permette ai produttori sudamericani di poter inviare il prodotto in Europa durante il nostro inverno, ma permette anche ai nostri produttori di conservare i mirtilli per garantire il più a lungo possibile il mercato nazionale ed europeo.
Le varietà di mirtillo coltivate nel Nord Europa sono ibridazioni, ottenute a partire da
Vaccinium corymbosum, che ben si adatta agli areali alpini, Nord ed Est europei. Per gli areali del Sud, invece si utilizzano ibridazioni, originate da
Vaccinium darrowii, che resiste alle alte temperature, ha un fabbisogno idrico basso, è rifiorente e quindi produce due o tre raccolti all'anno Queste varietà di mirtillo possono essere quindi un'opportunità anche per gli agricoltori del Sud Italia.
Uno dei problemi della coltivazione dei piccoli frutti è la
Drosophila suzukii. Non esistono infatti piante resistenti ma, è stato osservato che alcune delle varietà selezionate sono più tolleranti agli attacchi di Drosophila.
Per rendere agevole la meccanizzazione della raccolta si sta lavorando su varietà che presentino una omogeneità di maturazione dei frutti, e anche su una maggiore resistenza alle sollecitazioni meccaniche da parte delle bacche.
da: AgroNotizie, 6/2/2019