Il Parlamento Europeo nella seduta dello scorso 11 settembre ha bocciato per 8 voti un emendamento che avrebbe consentito di evitare l’abolizione delle disposizioni relative all’etichettatura facoltativa delle carni bovine (art. 16 del regolamento 1760).
Creata negli anni Duemila in corrispondenza con lo scoppio dell’epidemia di “mucca pazza” il sistema dell’etichettatura facoltativa, fondato e gestito dai produttori, è diventato essenziale in questi anni per garantire le scelte dei consumatori, informandoli correttamente non solo sull’origine della carne, ma fornendo loro altre informazioni utili per un acquisto consapevole e trasparente: la razza e l’età del bovino, il mangime utilizzato, tutte le fasi della filiera dall’allevamento al macello al punto vendita.
La cancellazione dell’etichettatura facoltativa delle carni bovine è stata commentata, in Italia, come una sconfitta per i consumatori europei che vogliono sapere cosa mettono nel piatto e per gli allevatori italiani, che lavorano sulla qualità e l’eccellenza.
La Ue ha compiuto un passo indietro, premiando chi preferisce poche e anonime informazioni.
Non è bastato il pressing degli europarlamentari italiani, primo fra tutti il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, il georgofilo Paolo De Castro.
Da: Agrapress anno L - n° 255 – 11 settembre 2012
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