Gli effetti combinati di cambiamenti climatici, traffico e ridotta disponibilità di spazi verdi concorrono ad alimentare le polveri sottili e gli inquinanti.
In Italia, ogni abitante dispone in città di appena 31 m2 di verde urbano e la situazione peggiora per le metropoli del nord, con valori che vanno dai 6,3 di Genova ai 17,9 di Milano, dai 22 di Torino fino ai 23,1 a Brescia e 29 a Bologna.
Secondo un’analisi su dati Istat e dell'ISPRA, condotta in 120 città e 14 aree metropolitane, nel 2018 sono 19 le città italiane con polveri sottili PM10 oltre il limite di legge giornaliero.
Nonostante che solo poco più dell'8% dei comuni abbia approvato un piano per il verde, di fronte all'evidente cambiamento del clima in atto, non si può continuare a rincorrere le emergenze. Bisogna intervenire in modo strutturale, favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato. Consideriamo che una pianta adulta è capace di catturare dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e “smog” in un anno.
Alcune varietà sono più adatte per combattere l'inquinamento e ripulire l'aria da migliaia di chili di anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri pm10 che, ogni anno in Italia, causano circa 80.000 morti, secondo l'Agenzia europea dell'ambiente.
In questo contesto è positiva l'introduzione in manovra del 'bonus verde' con detrazioni del 36% per la cura del verde privato quali terrazzi e giardini, anche condominiali.
da: Agrapress n.7674, 20/12/2018